Un Palermo resiliente batte l’Avellino. Il sogno rosanero continua

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Di rigore, in extremis, il Palermo batte l’Avellino nella gara di andata del primo turno della fase nazionale dei playoff di Serie C. Floriano, all’86° batte Forte dal dischetto e consente ai rosanero di andare al Partenio-Lombardi, mercoledì sera, per il ritorno, con due risultati su tre a disposizione: un pari e, ovviamente, una seconda vittoria della squadra di Filippi consentirebbe di superare il turno. Ma è presto per parlarne.

L’Avellino era al debutto negli spareggi promozione ed è arrivato al Barbera con i favori dei pronostici, forte della migliore classifica nella stagione regolare e dei due precedenti, entrambi vittoriosi sul Palermo. Ma era un Palermo ben diverso da quello visto oggi; se l’orchestra era uguale, è cambiato il direttore, non c’è più Boscaglia, ma Filippi sulla anchina rosanero, e i rosanero non erano quelli sfilacciati della gara d’andata né, tantomeno, quelli abulici della partita di ritorno. Un Palermo che vince la terza gara consecutiva senza peraltro subire gol.

E’ stata una partita di sofferenza, di combattimento, dai toni agonistici elevatissimi, qualche volta anche oltre i limiti. Responsabilità dell’atteggiamento provocatorio di qualche giocatore biancoverde, come Maniero che accende gli animi mimando il lancio del pallone addosso a Marconi, proprio all’alba del match, o come i ripetuti falli anche a palla lontana su De Rose, che ha reagito beccandosi un giallo, o come le simulazioni a ogni scontro di gioco, come quello ridicolo di Laezza con Saraniti, punito dall’arbitro con un giallo.

La temperatura già elevata per il clima ormai estivo al Barbera è salita a livelli altissimi con diversi accenni di rissa, arrivati al culmine dopo il fischio finale, con un parapiglia vicino al tunnel per gli spogliatoi. E c’è ancora tutta una partita di ritorno da disputare. In questi casi, l’assenza del pubblico è un bene, perché lo spettacolo offerto dai giocatori è stato tutt’altro che edificante. Ma la posta in gioco era davvero alta.

Filippi conferma la squadra che ha vinto a Castellammare, con le sole eccezioni di Broh al posto dello squalificato Luperini e Saraniti schierato come centravanti, al posto di Floriano. L’Avellino è una signora squadra, con un signor allenatore, quindi certi atteggiamenti volti a far innervosire gli avversari sono ancor meno comprensibili; i rosa partono contratti, i biancoverdi provano a prenderli d’infilata, soprattutto a sinistra del loro attacco, dove Doda e Marong sono i palese sofferenza. I campani pressano, creano qualche pericolo, ma non delle vere palle gol.

Il Palermo punta tutto sulle giocate di Santana, in attesa che Valente si accenda; Kanoute e Broh provano a dialogare, ma sembrano parlare due lingue diverse e non si troveranno mai per tutta la partita. L’unica vera palla gol del primo tempo, però, la crea proprio il Palermo, con un tiro da fuori di De Rose deviato in tuffo da Forte. Nella ripresa, il Palermo parte più sciolto, Valente costruisce da solo la seconda occasione da gol per il Palermo, salta gli avversari come birilli e impegna ancora una volta con un tiro da fuori il portiere irpino. L’Avellino comincia a pressare i rosanero in maniera asfissiante.

Il Palermo non riesce più a costruire due passaggi di fila in avanti. L’ingresso di Silipo e di Floriano non riesce a cambiare le cose, le trame della squadra di Filippi muoiono sul nascere proprio per il pressing degli uomini di Braglia. D’altro canto, gli ospiti non riescono a rendersi mai pericolosi e il tecnico toscano deve sostituire la coppia di attaccanti.

La pressione dell’Avellino cresce con l’aumentare della temperatura, il Palermo è costretto a resistere. Ma all’85° l’improvvisa e imprevedibile svolta: Floriano serve in area Broh che al momento del controllo è sbilanciato da Dossena. Tocco lieve, ma decisivo, secondo l’arbitro che fischia il rigore. Batte lo stesso Floriano e gol del vantaggio. Palermo che da resiliente diventa fortunato, quando l’Avellino colpisce un palo, in pieno recupero. E’ l’occasione più clamorosa, e l’unica, per gli ospiti che, dopo il fischio finale perdono la calma e innescano l’ultima mischia. Non è una bella premessa per la gara di ritorno, dove faranno bene a essere più lucidi, perché battere questo Palermo non è facile per nessuno

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