Il presidente del Palermo Dario Mirri, qualche giorno or sono, ha preso parte ad un incontro con l’associazione Amici Rosanero per parlare del futuro della società. Durante l’incontro il numero uno rosanero è tornato a parlare anche dei vecchi cimeli dell’Us Città di Palermo, nello specifico della Coppa Italia di Serie C, vinta dal club nella stagione 1992-1993.
“Ho letto tante cose in merito a questa Coppa Italia: il nostro capitano Favo, De Sensi, Cecconi che hanno dichiarato che l’avrebbero comprata loro se avessero saputo… ma allora perché non l’hanno comprata loro?“, ha affermato Mirri, secondo quanto riporta Mediagol.it.
La redazione di Rosanerolive.it ha contattato Massimiliano Favo per conoscere la risposta a questo quesito. “Non ho mai dichiarato questa cosa – ha sottolineato ai nostri microfoni l’ex rosanero –, sinceramente cado dalle nuvole. Non ho mai fatto questi discorsi, né sentito parlare i miei ex compagni del Palermo di questo“.
L’ex capitano della squadra palermitana ha spiegato il motivo per cui molti tifosi sono affezionati a questo cimelio. “Si tratta di un trofeo arrivato dopo tanti anni di difficoltà, sono state perse tante finali. Credo sia diventato un simbolo, essendo stato l’unico trofeo che è stato vinto. Palermo veniva da un periodo di ricostruzione. Questo “duplete”, la vittoria di campionato e Coppa Italia, è rimasto negli occhi della gente. Sicuramente non è un trofeo rilevante sotto il punto di vista dell’importanza, ma rappresenta un simbolo“.
“Al di là di tutto – ha continuato Favo -, la storia di una società è importante e andrebbe preservata, soprattutto nel momento in cui è stato realizzato un museo. Tuttavia, credo che la coppa non sia l’originale ma una copia, che è possibile chiedere alla federazione. Poi, essendo Mirri prima di tutto un tifoso, questa situazione mi sembra tutta molto strana, ma avrà avuto i suoi buoni motivi per decidere di non partecipare all’asta”.
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