Palermo, la palermitanità va sempre meno di moda

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È un Palermo sempre meno indigeno quello che sembra approcciare la stagione 2021-2022. Se per due anni c’è stata l’esortazione alla palermitanità in maglia rosanero, adesso c’è la possibilità che ne resti solo uno: Andrea Accardi. Come se fosse un novello Christopher Lambert in Highlander.

Andrea Accardi, simbolo della palemitanità del Palermo F.C.

Un trend in flessione quello della palermitanità con indosso la maglia della propria città. In serie D la presenza in organico dei “locals” era pari a ben sette elementi: Accardi, Ambro, Crivello, Lucera, Ficarrotta, Corsino e Mendola (anche se gli ultimi due non hanno mai messo piede in campo durante la stagione). Il tutto senza contare il terzo portiere Corallo e l’allenatore, quel tanto bistrattato Saro Pergolizzi che – Covid o non Covid – ha traghettato il Palermo fra i professionisti. 

In C, tra provini rifiutati ed oggettiva inidoneità alla categoria, il plotone panormita si era già ridotto a tre maglie (Accardi, Crivello e la new entry Saraniti). Intanto radiomercato 2021-2022 parla di un Saraniti già con la maglia del Gubbio e di un Crivello con “la valigia sul letto, quella di un lungo viaggio”, come diceva Julio Iglesias.

Anche se di certezze nel mondo del calcio non ne esistono, l’unico palermitano che dovrebbe restare a disposizione di mister Filippi è Andrea Accardi. Una sorta di Connor McLeod tuttofare che la stagione passata si è reso disponibile a coprire qualsiasi ruolo gli venisse richiesto. Un Highlander, però, con scadenza contrattuale giugno 2022 che – senza un intervento della società – dal prossimo gennaio sarà libero di accasarsi a parametro zero altrove.

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