Uno dei più ampi dibattiti nel nostro Paese riguarda lo ius soli, ovvero l’acquisizione della cittadinanza per chiunque nasca nel territorio italiano indipendentemente alla cittadinanza dei genitori. Tale legge non è stata ancora approvata dal Parlamento, attualmente chi viene alla luce in Italia da genitori stranieri non può essere considerano italiano fino al raggiungimento della maggiore età. Tale tema è oggetto di interessi anche nel settore sportivo, come viene evidenziato dal caso di Great Nnnachi.
Stiamo parlando della giovane promessa dell’atletica leggera italiana, una ragazza nata a Torino che a quasi 17 anni è una campionessa di salto in alto. Vittorie che sono circoscritte a competizioni a carattere nazionale, nonostante il riconoscimento da parte della Federazione italiana di atletica leggera (Fidal) come cittadina italiana.
Great ha conquistato il tricolore con il salto con l’asta nel 2018 e nel 2019, ma non ha potuto misurarsi ai campionati europei ed ai mondiali giovanili per via delle leggi statali. “In Italia, quando gareggio con le mie coetanee entro dopo. A volte faccio un solo salto e la gara è finita, mentre nelle competizioni internazionali potrei fare di più. Basti pensare che in gara ho un personale di 4,07, mentre in allenamento salto 4,40″, ha dichiarato l’atleta a La Stampa, che si domanda il motivo per cui non può partecipare alle gare internazionali.
Il tutto nonostante abbia ricevuto dal Capo dello Stato Sergio Mattarella il titolo di Alfiere della Repubblica, l’attestato d’onore conferito ai giovani minorenni che si sono distinti per comportamento o attitudini e rappresentano un modello da seguire. “Proprio non riesco a capire perché – ha sottolineato Great – , pur essendo italiana a tutti gli effetti, non posso rappresentare il mio Paese nello sport. E vorrei tanto farlo in giro per il mondo. Sono campionessa italiana, ma non posso dimostrarlo fuori confine”.
LA CASSA DI RISONANZA DEI GIOCHI OLIMPICI
La questione dello ius soli sportivo è tornato in voga negli ultimi giorni grazie alle Olimpiadi di Tokio2020 appena concluse. L’oro conquistato da Marcel Jacobs nei 100 metri, atleta nato in Texas ma da una madre italiana, o la vittoria di Esosa Desau, uno dei 4 autori del successo dell’Italia nella 4×100, hanno smosso l’opinione pubblica. Lo stesso presidente del Coni Malagò ha dichiarato di recente: “Se tu aspetti i 18 anni per fare la pratica per ottenere la cittadinanza rischi di perdere la persona. Allora farò una proposta: anticipare l’iter burocratico, che è infernale. Altrimenti il rischio è che o l’atleta smette, o si tessera con il Paese di origine o arrivano altri Paesi che studiano la pratica e lo tesserano loro”.
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