Che alla fine della fiera la questione tra il Palermo del presidente Mirri e l’ex socio di minoranza Tony Di Piazza sarebbe finita a colpi di carte bollate c’erano davvero pochi dubbi. Adesso toccherà al tribunale di Catania decidere in merito alla richiesta di sequestro conservativo dei beni di Hera Hora (la società, di fatto, proprietaria della società rosanero) effettuata dall’italo-americano. Prima udienza fissata per il 21 settembre e decisione finale che dovrebbe arrivare nel giro di un paio di mesi.
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Cosa può aver indotto Di Piazza a muoversi in tale direzione? Innanzitutto, probabilmente, per consentire a chi volesse comprare il Palermo di sapere che in atto c’è un contenzioso che dovrà avere come atto finale la liquidazione dello stesso Di Piazza. In secondo luogo, la richiesta di sequestro conservativo gli permetterebbe di tutelare il suo patrimonio. Perché si può fare tutta la filosofia di questo mondo, ma oggettivamente se il Palermo ha programmato e sta programmando la stagione attuale lo sta facendo grazie anche al capitale immesso da Di Piazza.
Entro il mese di dicembre 2021, però, il Palermo deve inoltrare all’ex vice presidente un’offerta di liquidazione. Qualora ciò non dovesse avvenire, l’imprenditore originario di San Giuseppe Jato potrebbe richiedere la messa in liquidazione della società Hera Hora (e quindi del Palermo).
Si prospettano mesi roventi dal punto di vista societario, come se il caldo di questi giorni non fosse già abbastanza.
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