Si avvicinano per il Palermo le prime tappe ufficiali della stagione. Il Picerno sarà avversario dei rosanero in Coppa Italia di Serie C, mentre in campionato sarà contro il Latina di Daniele Di Donato che si apriranno le danze. Si parla ancora di calciomercato, di nuovi innesti e i tifosi si interrogano sulla competitività della rosa allestita. Un quesito, però, ad oggi resta irrisolto: la cessione della società.
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Per chi se ne fosse dimenticato, è doveroso ricordare come questo terzo anno possa essere un importante spartiacque per la vita del calcio a Palermo. Tony Di Piazza non è più nei ranghi, anzi adesso è un creditore della società. Mirri ha apertamente dichiarato nella conferenza stampa di fine giugno che “finito il triennio non sarà più sua la responsabilità di ciò che accadrà“. Nel frattempo, però, un paio di mesi prima l’amministratore delegato Sagramola aveva affermato che presto ci sarebbero state novità. Roba da cortocircuito.
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Qualora per un’eventuale cessione questa società avesse rispedito al mittente offerte apparse immediatamente prive di qualsivoglia credibilità ci sarebbe solo da ringraziarla. Ne abbiamo visti abbastanza negli anni di Baccaglini, inglesi, arabi e Tuttolomondo. Ma, per dirla alla Lubrano, “una domanda sorge spontanea”: è davvero possibile che il Palermo, seppur in serie C ma con i conti a posto, non susciti alcun interesse reale?
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Strano mondo quello del calcio. L’unico probabilmente dove – come detto dal presidente Mirri in conferenza stampa – “il prezzo non lo fa chi ha la merce in mano”. Ma quanto può valere una società di C (perchè questo è il Palermo) dal bilancio sano e con un parco giocatori in prestito o in scadenza di contratto? A meno che il presidente Mirri non abbia fissato dei paletti che mettano il possibile acquirente in fuga più veloce di Marcell Jacobs, risulta strano che una società palesemente in vendita non abbia finora attratto acquirenti. A questo punto, se la faccenda restasse ancora a lungo in fase di stallo, si potrebbe proporre al Comitato Olimpico una nuova disciplina per i prossimi giochi di Parigi 2024: la cessione ad ostacoli. E chissà che almeno in questo non si finisca sul podio.
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