A Catania deridono il Palermo, il Monopoli affonda gli etnei

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La partita di campionato tra Palermo e Catania sarà soltanto alla penultima giornata, ma sotto l’Etna evidentemente è già tempo di derby. La pagina di tifosi rossazzurri “Catania-operazione nostalgia”, che conta ben 27.000 iscritti, prende in giro la nuova maglia del Palermo, quella “inquartata” che ricorda la prima maglia rosanero, del 1907. “Si sono iscritti al campionato di serie C o al palio di Siena“?, si chiedono ironicamente gli autori del post, con una foto di piazza del Campo, durante una delle due corse annuali del Palio senese, alludendo alle casacche dei fantini.

A Catania avrebbero altro a cui pensare, veramente. La loro squadra, che già partiva con grossi problemi economici non ancora risolti, è stata sommersa di gol dal Monopoli nella gara di esordio del campionato, ma probabilmente guardare in casa degli altri fa distrarre per un po’ dai propri guai e dimenticare un presente gramo e un futuro grigio, se non nero. Ma tant’è.
Del resto, si sa che per i tifosi divisi da rivalità campanilistiche, è sempre derby, una sfida infinita che si gioca per 90 minuti in campo e per tutto l’anno fuori, e, in fondo l’ironia e gli sfottò sono i “piatti” migliori con cui si alimenta l’antagonismo tra le tifoserie, che è spettacolo nello spettacolo del calcio.

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Chissà, magari è l’invidia che ha fatto scrivere quel post, che mostra una ignoranza della storia del calcio. Perché il modello inquartato è tra i più antichi, tra quelli scelti dai club, non soltanto italiani e per il Palermo è un omaggio alla sua storia, a un’epoca in cui, forse, a Catania il calcio non sapevano nemmeno cosa fosse. E certamente non c’è paragone con quella dei rossazzurri, “strisciata” o, per meglio dire, “palata” che quest’anno vorrebbe ricordare la sagoma di un vulcano, ma soltanto nella fantasia di chi l’ha concepita.

A noi la maglia del Palermo piace, a loro suscita ironia. E, allora, ridano pure, oggi. Ché chissà se nel prosieguo della stagione ne avranno ancora occasione e voglia. Per i risultati del campo, come l’anno scorso, naturalmente, perché per il resto, ci auguriamo che la società etnea vinca la sua battaglia.

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