Due rigori affondano il dignitosissimo Latina di Daniele Di Donato. I ragazzi di Filippi alternano momenti di buon calcio ad altri troppo passivi alla ricerca di un giro palla che è più del telespettatore che della squadra. È chiaro che ancora c’è da lavorare, ma deve essere altrettanto chiaro che il calcio di serie C richiede più pragmatismo e meno calcio-champagne. Intanto – come avrebbe detto Catalano – tre punti meglio farli che non farli. Subito testa al Messina, adesso.
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Neanche il tempo di augurare il classico “buon campionato a tutti” che subito il Latina mette a dura prova le coronarie dei tifosi rosanero. È Peretti a frapporsi ad un tiro praticamente a botta sicura di Tessiore. Al minuto 8, invece, è Giron con un diagonale a firmare la prima occasione per la squadra di Filippi. Ancora Tessiore prova praticamente da Via Sampolo a beffare Pelagotti: l’estremo rosanero devia prontamente in corner. La svolta al 30°: spazzata lunghissima di De Rose, Brunori ci crede e, sfruttando un’incomprensione tra Marcucci e l’estremo difensore nerazzurro, conquista un calcio di rigore procurando anche l’espulsione dello stesso Marcucci. Dal dischettto, manco a dirlo, va Floriano: è 1 a 0, Palermo in vantaggio. Resta solo il tempo per un altro tiro del 7 rosanero dopo schema su corner. Si va al riposo con il Palermo in vantaggio di un gol e di un uomo.
Il Palermo del primo quarto d’ora della ripresa è un TIR lanciato a tutta velocità contro la difesa del Latina. Dall’Oglio, Brunori e Luperini, però, non riescono a sfondare. Passata la tempesta rosanero il Latina potrebbe pareggiare: sciagurato retropassaggio di Peretti e palo di Jefferson a due passi da Pelagotti al 65°. Passa appena un minuto ed il Latina ha un’altra occasione, stavolta con Sanè: è miracolo di Pelagotti, resiste il vantaggio del Palermo. I ragazzi di Filippi rallentano il ritmo e solo all’80° si riaffacciano dalle parti dei laziali. È ancora Dall’Oglio ad impensierire il portiere nerazzurro dopo una giocata da applausi. C’è ancora il tempo per un diagonale fuori di Almici e per il secondo rigore di giornata in favore del Palermo: è Soleri a procurarselo ed a metterlo nel sacco. Due a zero e fischio finale dell’arbitro che sancisce la prima vittoria in campionato dei rosanero.
Pelagotti 6.5. Se il Palermo mantiene i tre punti è merito anche delle sue manone sante che salvano sull’uno a zero un’occasione colossale per il Latina.
Peretti 5.5. Quando entra Jefferson si terrorizza come dopo aver visto “It-il pagliaccio”. In effetti il suo retropassaggio sul quale il brasiliano ha sfiorato il pari è degno del miglior film horror. Da rivedere. Con calma.
Lancini 6. Partita tutto sommato di ordinaria amministrazione.
Doda 6. Si sacrifica in un ruolo non suo sbagliando poco. È ovvio che il reparto abbia bisogno di altro.
Almici 5.5. Compitino sulla fascia, affonda pochissimo. In rodaggio.
Dal 89° Marong s.v.
Giron 7. Sulla sua fascia è un freccia rossa, anzi un freccia rosanero. Sforna cross in quantità industriale e continua a correre pure sotto la doccia.
De Rose 6. Nel primo tempo ringhia come un rottweiler a digiuno, nel secondo passeggia come un levriero. La sua esperienza in campo resta, però, sempre indispensabile.
Luperini 5,5. Poco apporto in termini di costruzione. Prova in un paio di occasioni la specialità della casa: gli inserimenti. Ma niente di trascendentale.
Dall’Oglio 6. Primo tempo così così, secondo tempo in crescendo. Può essere un’arma in più di questo Palermo.
Dal 89° Odjer s.v.
Floriano 6. Dal dischetto è un cecchino stile American Sniper. Non molto altro da segnalare, però.
Dal 54° Fella 5.5. Ci vogliono ancora diversi ettolitri di Svitol per farlo entrare nei meccanismi della squadra di Filippi. Ma deve stare più vicino alla porta.
Brunori 7,5. Si avventa su ogni pallone e prende botte peggio che in Fight Club. Procura l’espulsione di Marcucci ed il rigore che sblocca la gara. Una furia.
Dal 66° Soleri 6. Entra per tenere alta la squadra ma perde troppi palloni. Allo scadere, conquista e sigla la rete del raddoppio finale.
Filippi 6. La sua idea di calcio sembra tratta da una massima di Muhammad Alì: volare come una farfalla e pungere come un’ape. Contro questo Latina work in progress è andata bene: giudizio da rivedere quando di fronte troverà avvoltoi e iene.
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