È un Palermo bello a metà, ma basta per battere il Campobasso

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C’è un dio del calcio. Anzi, come ha rivelato Gianni Brera, è una dea e si chiama Eupalla. Si è manifestata al Barbera, quando ormai mancavano dieci minuti alla fine di Palermo-Campobasso; deve essere stata lei a guidare il pallone calciato dal dischetto da Bontà, centrocampista dei molisani, sulla traversa, a Pelagotti battuto. Un rigore inesistente, decretato dall’arbitro abruzzese Scatena per un intervento di Lancini su Rossetti. In realtà, il difensore rosanero aveva preso la palla.

Sarebbe stato il gol del pari degli ospiti, andati sotto di due gol dopo soli cinque minuti di partita, nel primo tempo, ma capaci di accorciare le distanze, al 10° della ripresa, pur sotto di un uomo. Il penalty era arrivato in una fase in cui il Palermo, rimasto anch’esso in dieci per l’espulsione (giusta) di Odjer, stava pian piano riprendendosi dopo aver sofferto il ritorno del Campobasso che, comunque, non aveva creato veri pericoli.

Insomma, pure patendo la reazione degli ospiti, il vantaggio del Palermo non era immeritato e il pari, con quel rigore sarebbe stato una ingiustizia, alla quale la dea Eupalla, appunto, ha posto rimedio. E siccome gli dei tendono a esagerare, perché vogliono fare capire agli umani che è meglio non sfidarli, subito dopo il rigore sbagliato dai rossoblù, Brunori, entrato da pochi minuti in campo, ha segnato il gol della sicurezza, il 3-1, in contropiede, l’unico riuscito dei tanti provati, e sprecati, dai rosanero. Un gol che a meno di dieci minuti dalla fine, ha scacciato ogni timore dei tifosi sugli spalti del Barbera, che potesse sfuggire una vittoria che, dopo il primo tempo, sembrava cosa fatta. Questo Palermo è come le giornate di marzo, quando il sole più splendente può improvvisamente sparire dietro nuvoloni di cui poco prima non c’era traccia.

Così la squadra che Filippi manda in campo regala almeno 35 minuti davvero esaltanti, con due gol e altre opportunità sciupate di poco, ma finisce poi per cedere terreno e occasioni agli avversari, fino a rimettere in discussione il risultato. L’allenatore rosanero aveva annunciato qualche cambiamento, all’insegna del turn over, rispetto alla gara di domenica a Viterbo col Monterosi; del resto, domenica c’è la impegnativa trasferta in casa della Juve Stabia. Cambiano cinque uomini e cambia anche l’atteggiamento tattico: scintillante debutto da titolare per Silipo e per Odjer, la cui buonissima prova è stata macchiata dall’espulsione; Filippi propone Soleri punta, Floriano alle sue spalle e Marconi sulla sinistra, in difesa. Restano in panchina De Rose e Dall’Oglio, mentre è confermato Luperini, ma non come trequartista, bensì sulla mediana.

Anche l’atteggiamento dei padroni di casa è del tutto diverso da tre giorni prima; i rosanero aggrediscono gli avversari in ogni zona del campo e passano dopo soli 4 minuti con un gran gol di Silipo. Il numero 10 è sempre più beniamino dei tifosi che hanno fischiato la sua sostituzione, nella ripresa, quando Filippi ha dovuto ridisegnare la squadra dopo l’espulsione di Odjer. Nemmeno un minuto dopo il vantaggio, il Palermo ha raddoppiato con un tir’ a gir’ di Valente, pronto a sfruttare una corta respinta del portiere molisano che aveva respinto la conclusione di Floriano liberato a tu per tu in area con l’estremo difensore rossoblù. Cinque minuti e 2-0. Meglio di così…

Il Palermo ha deciso di sfruttare la carta delle ripartenze, gestendo il possesso palla con una serie di passaggi per trovare varchi nella retroguardia ospite e chiudendo ogni varco quando il Campobasso bussava in avanti. Gli ospiti hanno provato in un paio di occasioni a far male, ma prima Odjer ha respinto un tiro da poco dentro l’area di rigore, poi Rossetti ha saltato con troppa facilità Lancini, non in una grande giornata, e ha tirato di pochissimo fuori. Sul finire del primo tempo, la squadra di Cudini è rimasta in 10 per un fallo tattico di Giunta, forse involontario, che ha fermato una ripartenza di Silipo

A inizio ripresa il Palermo ha provato a ripartire con la stessa veemenza dei primi 45 minuti di gioco, con un Silipo davvero in vena, ma è stato gelato dal gol di Rossetti; l’attaccante ha saltato, ancora una volta come un birillo Lancini e con un diagonale ha battuto Pelagotti. L’impressione è che il portiere palermitano potesse fare di più. Il Palermo ha accusato il colpo, smarrendo sicurezza e collegamenti tra i reparti.

Come se non bastasse, Odjer, autore di una buona prova fin lì, si è fatto espellere per una entrata pericolosa su Rossetti. Sono stati momenti difficili per i rosanero; Filippi ha tirato fuori Silipo, tra i fischi di disapprovazione del pubblico, e Luperini, per De Rose e Dall’Oglio. Il Palermo sembra ritrovare i fili del discorso, spreca l’ennesimo contropiede con Dall’Oglio, ma il rigore fischiato dall’arbitro rimette tutto in discussione, forse non soltanto il risultato. Finché non decide di intervenire la dea Eupalla che bacia il Palermo in fronte. Per i rosanero la vittoria consente un bel salto avanti in classifica, anche se i punti di svantaggio dal Bari, vittorioso a Messina, restano 5.