La Turris pare il Barça, il Palermo una barca. Affondata – LE PAGELLE

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Una Turris formato Barcelona di Guardiola mette k.o. un Palermo versione partitella del giovedì fra over sessantenni obesi. Con tutto il rispetto per gli over sessantenni obesi, ovviamente. Difficile individuare i colpevoli di una catastrofe così netta: tre gol subiti, un palo, due rigori falliti dai campani ed una sensazione di inferiorità fisico-tecnico-tattica-mentale durata novanta minuti più recupero. Una partita in cui la Turris ha dimostrato che il buon calcio si può fare anche in C e che anche in questa categoria si possono trovare giocatori deliziosi. Certo, diventa tutto più difficile quando si ha un attacco pungente come una zanzara stecchita col raid, un centrocampo feroce come un cucciolo di cerbiatto ed una difesa che fa più acqua della Costa Concordia manovrata da Schettino. Gli illusi continuino pure a guardare al Bari (salito a +10, nel frattempo), i realisti al due punticini che ci separano dall’undicesimo posto. O ai cinque dalla zona playout, fate voi.

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La Turris festeggia il primo gol

PRIMO TEMPO

Pronti-via e al 2° una grande verticalizzazione di Odjer non sfruttata da Floriano sembra il preludio di un Palermo finalmente formato trasferta. Passano due minuti, Giron sfonda a sinistra e mette in mezzo per Fella che incarta una caramellina dolce dolce al portiere della Turris. Da lì in poi è uragano Turris: Santaniello al 10°, in un colpo solo, si beve come uno spritz Peretti, Lancini e Pelagotti ma mette fuori. Che Doda con un colpo di testa “rischi” di portare avanti i rosa è episodico e casuale visto che i campani dominano in lungo e in largo. Franco e Tascone in mediana sembrano Xavi e Iniesta; Santaniello, Leonetti  e Giannone gli emuli di Henry, Eto’o e Messi e non c’è bisogno dietro di avere Piquè o Puyol per contenere un Palermo che non riesce a mettere due passaggi di fila. Esagerati? Può essere. Resta il fatto che al minuto 29 Giannone crossa col contagiri, Santaniello la porta avanti col tacco e Lancini lo tocca: rigore che Pelagotti para proprio a Giannone. La festa dei corallini è solo rinviata. Al 36° sempre il buon Lancini stende un tappeto rosso a Franco, cosparge il suo cammino di petali di rose e gli permette di crossare. Santaniello in sola solitudine non ci può credere: ha il tempo di leggere la Gazzetta dello Sport, finire due livelli di candy crush, farsi respingere il primo tiro da Pelagotti ed insaccare il tap-in. Il gol dovrebbe suonare la sveglia, i rosanero, invece, schiacciano il tasto “ritarda” decidendo di continuare a “runfuliare” sonoramente: Leonetti approfitta di un assist di Tascone per infilare Pelagotti per la seconda volta. Fine primo tempo: è notte fonda per il Palermo.

SECONDO TEMPO

I secondi quarantacinque di gioco sono la copia esatta del primo. Da un lato c’è la Turris che disegna un futbol poetico e romanzesco come un libro di Osvaldo Soriano, dall’altra un Palermo divertente come un film di Alvaro Vitali. I corallini sono un fiume in piena e quando esondano ai rosa servono dosi massicce di Imodium. Filippi cambia giocatori e moduli per fare vedere che a Coverciano si studia, ma sono più mosse di disperazione che di convinzione. Al 71° un gigantesco Daniele Franco si inventa una veronica pazzesca in area rosa e Doda lo atterra. Altro rigore, altro errore (proprio di Franco), ma il Palermo si guarda bene dal tornare in partita. Al 73° un tiro da fuori di Dall’Oglio ed una traversa di Perrotta sugli sviluppi del corner successivo accendono una fiammella di speranza, ma si capisce che il Palermo avrebbe bisogno di un miracolo esercitato in cooperativa da tutti i santi del calendario più qualche divinità in prestito da altre religioni. Fiammella, infatti, spenta dai campani immediatamente visto che il Palermo continua a vedere il pallone col binocolo. Due minuti dopo Varutti e Tascone si divorano un gol nella medesima azione ed al 90° Pavone si traveste nel Pelè di “Fuga per la vittoria” e sforna una rovesciata che beffa Pelagotti, colpevole solo di non fare neanche un applauso all’avanti della Turris. Che due minuti dopo lo stesso Pavone colpisca pure un palo diventa solo un inutile dettaglio. Tre a zero della Turris al Palermo, fischio finale. Che disastro!

LE PAGELLE

Pelagotti 6,5. Bravo e fortunato sui due rigori. Gli arrivano da tutte le parti e può essere ben felice di aver preso solo tre gol. Champagne!  

Lancini 4. Causa il primo rigore, è un birillo in occasione del primo gol ed è sempre in ritardo sugli attaccanti campani. Si narra che quando si sia alzata la lavagnetta col suo numero tanti tifosi abbiano pianto. Tifosi della Turris, ovviamente. 

Dal 57° Luperini 5. Entra subito nel mood della partita: il Palermo non c’è e lui si adegua con ottima facilità.

Peretti 4. Undicesima “piaga d’Egitto”, quest’oggi. Non ne azzecca mezza ed ogni volta che attaccano nella sua zona in sottofondo parte “Suspiria” dei Goblin. 

Perrotta 4,5. Al bar in occasione del gol di Leonetti. Anzi alla bouvette, visto che è stato presentato come “ministro della difesa”.

Doda 5. Parte decentemente, ma annusa aria di naufragio e sale pure lui sulla zattera di salvataggio.

De Rose 4. Il centrocampo della Turris è uno tsunami, lui un canottino bucato che sparisce dopo la prima onda. 

Dal 73° Corona 6. Sufficienza di benvenuto nel calcio “pro”.

Odjer 4. Inizia bene ma prende un giallo che lo fa evaporare. Surclassato.

Dal 46° Dall’Oglio 5,5. Entra per dare muscoli alla mediana rosanero, ma non ce l’avrebbe fatta neanche Hulk. Non fa malissimo, ma prende il solito giallo che lo porterà a guardare il prossimo match dalla tribuna. 

Giron 5. Un paio di discese, un paio di cross. Niente da tramandare ai posteri. 

Floriano 5. Per oltre un tempo è l’invisibile contropiedista di una squadra che non ha mai il pallone fra i piedi.

Dal 54° Silipo 6. Confusionario, egoista, ma è l’unico che ha il coraggio di tentare la giocata.

Fella 4. A metà fra il Trajkovski delle peggiori giornate e del Kanoute in ansia da doppiopasso. 

Dal 54° Soleri 5. Entra per mettere peso ad un attacco leggero come una piuma. Missione fallita.

Brunori 5,5. Si sbatte, poverino. Ma di palloni non ne arrivano e i cambi lo penalizzano portandolo a giocare un po’ qui e un po’ lì.

Filippi 4. Pressing, costruzione dal basso, gioco palla a terra, aperture sulle catene laterali: ora che mister Caneo della Turris gli ha mostrato come si fanno, si potrebbe pure pensare di prendere esempio. La partita di oggi è catastrofica, ma – se l’obiettivo era giocare un campionato di vertice – i suoi errori partono nell’aver avallato il materiale tecnico a sua disposizione. Difficile diventare uno chef stellato con ingredienti di terza scelta.

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