È ormai un lontano ricordo quella cinquantina di volte in cui Luca Toni, per festeggiare una rete, lasciava roteare la mano intorno all’orecchio come per dire “capito cos’ho fatto?”. Evidentemente, però, il padiglione auricolare – sebbene senza roteazione – pare avere un ascendente particolare per gli avanti rosanero. L’anno scorso toccò a Lucca, quest’anno a Fella.
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Per Lorenzo Lucca fu la partita in casa contro la Viterbese nel dicembre 2020 a sbloccare il suo score. Esultanza col dito all’orecchio per la punta piemontese, condita, tra l’altro, da espressioni poco riguardose rivolte – con tutta probabilità – nei riguardi di chi aveva osato criticarne le prestazioni. Prestazioni che, ad onor del vero, fino a quel momento definire deficitarie è un eufemismo. Da lì in poi, però, il volo: altri undici gol in tredici partite ed un biglietto di sola andata verso la categoria superiore con la maglia nerazzurra del Pisa.
Domenica scorsa è stato Peppe Fella ad indicare il suo orecchio dopo il primo gol realizzato con la maglia rosanero contro la Vibonese. Il ritornello parrebbe essere identico a quello del neo attaccante dei nerazzurri toscani: dedicare l’esultanza a chi si è permesso di criticarne le performances, dimenticando, forse, che definire nulli i precedenti quarantacinque minuti (e tante altre partite di questa stagione) è un esercizio di educazione linguistica applicata al calcio.
Lucca e Fella, due calciatori totalmente diversi ma accomunati da un paio di felici coincidenze. Stessa esultanza, entrambi a segno con una doppietta nel match in cui hanno interrotto un preoccupante digiuno in maglia rosanero, entrambi – guarda caso – alla decima apparizione in campionato. La speranza è che l’attaccante campano possa eguagliare i numeri dell’ex numero 17 rosanero. Anzi, alziamo l’asticella: migliorarli. A partire da domenica prossima quando nel mirino del Palermo ci sarà l’Avellino e ci sarà la possibilità di siglare il classico gol dell’ex.
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