Palermo-Avellino è stato un match veloce come una partita di pingpong fra cinesi, thriller come un film di Hitchcock e con un finale degno di Halloween. Un pareggio da dolcetto/scherzetto, infatti, per i rosanero. L’Avellino aveva prodotto davvero tanto (è bene dirlo) ma prendere il gol del pari con un rigore più fantasioso di un libro di Harry Potter deve far girare vorticosamente la pupaccena a mister Filippi. Si resta al terzo posto, a meno sette dal Bari e la Fidelis Andria nel mirino.
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PRIMO TEMPO
Dopo qualche minuto di studio, è del Palermo il primo squillo della prima frazione. Ma più che uno squillo è una sirena da 1.200 decibel: Giron conquista un corner di prepotenza e suvicchiarìa e, sulla battuta di Dall’Oglio, Lancini incorna in rete. Non poteva mancare il solito dito nell’orecchio da parte del marcatore rosanero di giornata: a questo punto pensiamo che non sia esultanza ma otite di gruppo. I lupi provano a mettere il muso fuori dalla loro metà campo, ma è il Palermo ad avere un’altra occasione. Silipo, infatti, “folleggia” in mezzo alle maglie biancoverdi e serve Fella in verticale: va fuori il mancino del ventitré rosanero. A questo punto inizia il “Di Gaudio & Pelagotti show” L’attaccante palermitano ci prova al 24° e al 28° ma il portiere toscano dice no. Ci prova ancora al 34° sottomisura e poi al 36° addirittura di testa, ma la palla colpisce il palo finendo fra le braccia di Pelagotti. Restano da mettere sul taccuino una bella punizione di Silipo (parata da Forte) ed un momento amarcord con un doppiopasso di Kanoute per l’Avellino. Si può andare al riposo.
SECONDO TEMPO
Chi si aspetta un Palermo senza gli ammoniti De Rose e Doda dal primo minuto dei secondi quarantacinque resta parzialmente deluso. Esce solo il capitano, Valente al suo posto. La partita è vibrante. A farne le spese è proprio Doda che al 57° spende malissimo un fallo che gli costa il secondo giallo. Palermo in 10 e Pelagotti che sfodera un altro maxi paratone sia sul conseguente calcio da fermo di Matera sia sul colpo di testa di Silvestri sul corner successivo. Al 64° si torna in parità numerica: Valente sguscia via come un’anguilla, Rizzo può solo commettere fallo da ultimo uomo ed andare a scaldare la doccia per i compagni. La partita continua ad essere un’altalena di emozioni. Al 72° Pelagotti respinge su Mignanelli e lo stesso numero 1 rosanero fa autopalo nel tentativo di rinviare il pallone. Al 76° l’arbitro decide che il pari è il risultato più giusto ed inventa un rigore in favore della squadra di Braglia per un fallo (inesistente) di Peretti su Plescia. Dagli undici metri va Tito, Pelagotti la tocca ma non impedisce al pallone di terminare in rete. Il match continua ad essere teso nonostante di occasioni vere e proprie non ce siano più. È uno a uno al fischio finale, un risultato giusto per la quantità di occasioni da rete, un po’ meno per come è arrivato.
LE PAGELLE
Pelagotti 7. Le prende tutte e quando non ci arriva delega i suoi amici pali. Anche sul rigore mette i brividi ai lupetti.
Doda 4. Stordito dal primo tempo della banda Di Gaudio-Kanoute, è costretto a prendere un Oki nell’intervallo. Purtroppo l’effetto ritarda e lui prende il secondo giallo.
Lancini 7. Attento e preciso, sia nella propria area sia in quella campana, dove realizza il suo primo gol stagionale.
Buttaro 5,5. Di Gaudio lo manda al bar spesso e volentieri. Più a suo agio quando torna quarto di destra.
Giron 5,5. Ha il merito di creare dal nulla il corner del vantaggio rosa, ma sfrutta poco le sue caratteristiche di galoppo sulla fascia.
Luperini 5,5. Non riesce sempre a filtrare in un centrocampo rosanero spesso sovrastato.
De Rose 6. Gioca, pressa, ringhia e arringa. L’ennesimo giallo, però, costringe il mister a lasciarlo negli spogliatoi.
Dal 46° Valente 6,5. Sguscia fra le maglie dell’Avellino come un’anguilla e giocherebbe anche in porta se glielo chiedessero.
Dall’Oglio 6. Mette muscoli e ruvidità varie ed eventuali in una gara nella quale non c’era spazio per il galateo e l’uncinetto.
Dal 75° Crivello s.v. Bentornato.
Silipo 6,5. Agnello sacrificale dopo l’espulsione di Doda. Peccato perchè il folletto rosanero stava recitando a dovere il suo compito.
Dal 60° Peretti 5,5. Sbaglia un comodo rinvio e sulla scivolata l’arbitro fischia rigore. Il contatto su Plescia è inesistente, ma Carlo Mazzone diceva sempre: “difensore scivoloso, difensore pericoloso”. Come non fidarsi di Sor Carletto?
Fella 6. Ha il merito di difendere con i compagni, perdendo, però, le sue caratteristiche da punta.
Dal 60° Odjer 6. Entra e mette al servizio della squadra la sua aggressività.
Brunori 6,5. Isolato come un abitante di Partanna Mondello in un giorno di pioggia, lotta spesso e con successo da lupo contro i lupi.
Dal 70° Soleri 6. Venti minuti con buona verve. Non incide sotto porta ma tiene impegnata tutta la retroguardia biancoverde.
Filippi 6. Paga con interessi da usura non aver cambiato nell’intervallo uno stralunato Doda in una partita oggettivamente da tripla chance. Quando toglie contemporaneamente Silipo e Fella per risistemare i dieci rimasti in campo conferma la sensazione di un Palermo a cui piace difendere e ripartire.
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