Roberto Crivello, all’inferno e ritorno

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Sette marzo duemilaventuno. Una data che per tanti non significherà nulla, per altri magari sarà il giorno del compleanno o dell’onomastico o di chissà quale altra ricorrenza. Per Roberto Crivello è la data della sua ultima apparizione in campo prima della “rinascita” contro l’Avellino.

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Crivello

Muro imperforabile al centro della difesa della squadra dominatrice del campionato di serie D (in coppia con Lancini), terzino sinistro e capitano del Palermo balbettante di Boscaglia, Crivello è stato uno di quelli che ha pagato più a caro prezzo proprio la gestione del tecnico di Gela. Mister Filippi dopo essere subentrato, infatti , dopo due apparizioni (contro Catania e Juve Stabia) l’aveva definitivamente accantonato. Mai più un minuto in campo fino alla fine della stagione.

Un chiaro ed evidente segnale del corto circuito tra l’ex allenatore rosanero ed il suo ex secondo. Appare razionalmente impensabile che un calciatore possa passare nel volgere di un paio di settimane da pedina inamovibile a epurato fino a fine stagione. In estate ecco l’ulteriore mazzata: Crivello viene messo fuori rosa in attesa di collocazione. Un palese accanimento nei confronti di un calciatore che aveva disputato una stagione in chiaroscuro, esattamente in linea con il rendimento di quasi tutti la rosa.

Collocazione che – ahiloro – non arriva. Il picciotto di Mondello continua ad allenarsi seriamente. Non una parola fuori posto, non una polemica. Niente sui social, niente sui giornali. Solo allenamento, con l’abnegazione di chi sa che in questa squadra può esserci spazio anche per lui. Il reintegro in rosa e l’esordio stagionale sono il giusto premio per un ragazzo che non si capisce quali colpe avesse da espiare. Da adesso in poi, però, c’è da colmare il vuoto del tempo perduto a suon di prestazioni. Trentuno ottobre duemilaventuno: bentornato Cri-Wall.

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