Si ferma a Picerno la rincorsa del Palermo che con la sconfitta in casa della “Leonessa” lucana torna a meno sette dal Bari capolista e perde anche il secondo posto a vantaggio del Monopoli, prossimo avversario dei rosanero al Barbera. Del “vecchio” Reginaldo, 38 anni suonati, il gol che ha deciso una partita agonisticamente combattuta, ma brutta sul piano tecnico. Il Palermo prende gol dopo tre turni di imbattibilità , e resta all’asciutto per la prima volta dopo sei partite, quelle della serie senza sconfitte, dopo il pesante ko in casa della Turris.
Stavolta nemmeno i subentrati riescono a trovare la via del gol. Ma oggi il Palermo ha fatto davvero troppo poco per vincere la partita e, forse, anche per pareggiarla, al cospetto di un avversario attento, ma certamente non trascendentale che in contropiede, nella ripresa, avrebbe pure potuto segnare ancora.
Per provare a rispondere al Bari che ieri ha battuto il Latina, Filippi riconferma quella che, ormai, si può definire la formazione tipo, col 3-5-2, che ha dato continuità nei risultati grazie a una garanzia di tenuta in difesa e a una capacità di trovare il gol, per meriti dei suoi attaccanti o per i demeriti delle retroguardie avversarie. Il problema è che oggi il Picerno non ha sbagliato nulla, chiudendo ogni spazio dietro, bloccando le fasce alle incursioni di Valente, uno dei peggiori tra i rosanero, e Almici, appena più intraprendente del compagno di squadra.
Il Palermo non trova spazi nella retroguardia rossoblù, anche perché De Rose pare poco ispirato, e i palloni che arrivano a Brunori e Fella sono davvero pochi. Un pallone buono per una conclusione da lontano ce l’ha Odjer che però lo manda nel bosco alle spalle della porta difesa da Viscovo; la seconda e ultima occasione del primo tempo per il Palermo arriva al 21° con una rovesciata in area di Brunori che finisce debolmente tra le braccia di Viscovo. Il Picerno si chiude e prova a ripartire di rimessa, copione classico che paga al 24° quando la palla arriva a Reginaldo, uno che spesso nella sua lunga carriera ha fatto gol ai rosanero; il brasiliano ex Catania scatta sulla destra, resiste di fisico a Marconi e batte Pelagotti.
La reazione del Palermo non c’è, per merito di un Picerno ben messo in campo da Colucci, ma anche per i soliti problemi del Palermo quando si trova di fronte una difesa schierata e attenta. Anche il ritmo della squadra di Filippi non è quello adatto a creare problemi alla retroguardia rossoblù. Nella ripresa, invece, il Palermo prova a cambiare velocità e sfiora la rete con Dall’Oglio che va alto di testa. Ma è una fiammata che non dura e il Picerno torna a controllare senza affanni, pur subendo il possesso palla dei siciliani.
Filippi cerca i gol della panchina, con gli ingressi di Soleri e Luperini, per Fella e Odjer. Se l’attaccante dà , in effetti, una scossa, arrivando al tiro in area in due occasioni, l’uscita di Odjer toglie filtro a centrocampo contro le ripartenze dei lucani che cercano il gol in più occasioni con il capitano Pitarresi, un altro palermitano ed ex rosanero che vorrebbe fare male alla squadra della sua città . Non ci riesce, ma non influisce sul risultato del match, come non riesce a cambiarlo l’ingresso di Silipo.
Il Palermo prova coi cross in area per Soleri e Brunori, senza trovare mai il colpo buono. In pieno recupero, anche l’ulteriore danno della espulsione di Marconi per doppia ammonizione. Si chiude in dieci, col Palermo che torna brutto e cattivo. Non un bel viatico per il trittico di gare più difficile di questo girone di andata, con le sfide a Monopoli, Catania e Bari. Speriamo che questo ko sia soltanto una sorta di touch and go, per usare un termine aeronautico e che, toccata terra, il Palermo torni subito a volare. Certamente, non giocando come oggi.