Palermo, vietato dimenticare Picerno

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Qual è il vero Palermo? Quello bellissimo e spumeggiante visto contro la Paganese o quello abulico ed improduttivo visto appena sette giorni dopo al “Donato Curcio” di Picerno. La domanda – come diceva Antonio Lubrano – nasce spontanea, perchè fa davvero specie che la stessa squadra e con gli stessi undici di partenza possa fornire due prove così diametralmente opposte.

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Pre-partita di Picerno e scambio di gagliardetti fra i capitani

La verità è che questo campionato sta dimostrando che ogni partita è una scivolosissima buccia di banana. Guai, infatti, ad affrontare le “cenerentole” del torneo senza la dovuta convinzione e determinazione. Il rischio della figuraccia è costantemente dietro l’angolo ed il Palermo ha già toccato con mano in più di un’occasione quanto basti poco per vanificare una serie di buoni risultati.

Dimenticare Picerno. No, non è né il titolo di un film neorealista né un brano di un cantautore neomelodico dell’ultim’ora. È semplicemente la frase che più istintivamente verrebbe da pronunciare dopo la sconfitta del Palermo in terra lucana. La debacle rosanero, invece, non va dimenticata, anzi. Va ricordata e presa ad esempio per evitare che certi inciampi possano nuovamente verificarsi nel prosieguo del campionato.

A differenza della scorsa stagione nella quale una Ternana schiacciasassi ha ipotecato con largo anticipo il successo finale, quest’anno – l’ha detto anche il presidente Mirri in una recente intervista – probabilmente vincerà chi sbaglierà meno. Per questo, alla lunga rischiano di pesare parecchio i punti lasciati per strada contro le cosiddette “piccole”. A patto che si inizi, però, ad incassare i tre punti anche contro le dirette concorrenti. Magari a partire proprio da domenica, quando al “Barbera” sarà di scena il Monopoli di Colombo e bomber Starita.

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