“Che erano belli li tempi passati” cantavano Alamia&Sperandeo. Avevano ragione! Un tempo si andava a vincere a Latina schierando Dybala, Hernandez, Vazquez, Lafferty, Barreto e compagnia cantante; oggi, invece, si perde subendo l’onta di due cartellini rossi in poco più di mezz’ora e si deve comunque accendere un cero alla Madonna Benedetta dell’Incoroneta di banfiana memoria se il passivo si limita ad un solo gol. Alzi la mano chi guardando Di Donato sulla panchina laziale non abbia pensato “lèvati stu giubbotto e mettiti la maglia rosanero che è di quelli come te che abbiamo bisogno”. Ah no, tanto adesso riapre il calciomercato… Nelle ultime tre partite, un solo punto e zero – zero! – gol segnati. Per una squadra che, come dice il suo allenatore, gioca sempre per vincere, forse c’è più di qualcosa da rivedere. Vuoi vedere che lastminute s’affuma ‘stu panettone, mister?
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Il primo tempo del match contro il Latina è un vero e proprio incubo. I rosa restano prima in dieci (espulso Buttaro), poi in nove (espulso Pelagotti). Fra un rosso e l’altro – così, tanto per gradire – subiscono il gol del Latina. I pontini potrebbero pure raddoppiare, ma Jefferson a zero centimetri dalla porta rosanero – ebbro dell’atmosfera natalizia – cicca clamorosamente spedendo il pallone alle stelle. Forse non soddisfatto, una decina di minuti dopo il brasiliano si traveste di nuovo da Babbo Natale fallendo una doppia occasione a due passi dal neoentrato Massolo. Accogliamo il fischio finale del Sig.Marini con la stessa soddisfazione di uno stitico che finalmente evacua dopo cinque giorni: doloroso, ma provvidenziale.
Nella seconda frazione un Latina irragionevolmente attendista non approfitta di un Palermo totalmente allo sbando, tenendo in piedi il match fino alle battute conclusive. La squadra di Filippi non va oltre una punizione di Almici ed un tiro allo scadere di De Rose. I nerazzurri, invece, falliscono il raddoppio sia per demeriti propri (il solito Jefferson), sia per meriti altrui (grande parata di Massolo su De Santis). Nel frattempo arriva la terza espulsione del match. Stavolta è Amadio del Latina ad andare anticipatamente a fare doccia. Forcing finale disperato del Palermo, ma non c’è niente da fare. È malo Natale in casa rosanero.
Pelagotti 5. Con la squadra gà in dieci, decide di fermare Jefferson con un’uscita kamikaze aggraziata come un elefante e leggera come un TIR.
Buttaro s.v. Prende un rosso severissimo per una cianchettata necessaria per rattoppare gli errori dei compagni. Assolto.
Lancini 3. Voto da fantacalcio. Partendo da 6 detrarre: uno per la fissaria orba che porta al rosso per Buttaro; uno per il rinvio sbilenco che porta al gol del Latina; uno perchè tiene in gioco Jefferson nell’occasione che porta all’espulsione di Pelagotti. Altro che malus: di malus in peggius…
Perrotta 5. Tutto sommato nel corso del match sbaglia poco, ma sul gol del Latina lascia Carletti libero di saltare e segnare.
Almici 4. L’inferiorità numerica non lo agevola, ovvio. Ma fornisce un contributo nullo in fase d’attacco ed ha nella fase difensiva la stessa reazione di Superman con la kryptonite.
Dal 71° Soleri 6. La solita energia di “Entraesegna”. Peccato che giochi a distanze siderali dalla porta avversaria.
Luperini 6. Corre quanto il coniglietto della Duracell e gioca dignitosamente sia in appoggio alla punta, sia in fase di ripiegamento.
Odjer 6. La partita è compromessa fin da subito, ma il ghanese non smette di tamponare, rincorrere ed abbaiare per tutto il match. Procura il rosso del Latina.
Dal 71° De Rose 5,5. Immette ossigeno fresco alle battute conclusive della gara. Servirebbero anche piedi, però.
Dall’Oglio 5,5. Sempre troppo oscuro il suo lavoro. Esce per esigenze tattiche.
Dal 50° Accardi 5,5. Nonostante difenda randellando come un wrestler armato di mazza chiodata, non riesce a contrastare le avanzate avversarie.
Giron 5. Titolare dopo un’eternità, non incide mai nelle azioni del Palermo.
Fella 5. Scampato miracolosamente al cambio dopo il primo rosso, sul 23 rosanero si abbatte la mannaia della seconda espulsione del Palermo. Mettiamo a referto, però, trentacinque minuti francamente impalpabili.
Dal 35° Massolo 6,5. Fa quello che deve fare un portiere: parare. Semplice, no?
Brunori 6. È dinamico e pimpante per tutto il match. Ha una buona occasione in avvio e poi, ovviamente, di palloni giocabili neanche col cannocchiale.
Filippi 4. Vederlo andare da solo, triste e sconsolato verso il tunnel che porta agli spogliatoi è l’esatta fotografia di questo Palermo. È il timoniere di una zattera in balìa di uno tsunami. Una specie di Titanic in chiave rosanero: il Palermic.
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