Il punto che un Palermo convalescente guadagna sul campo del Catanzaro è sì un brodino, ma cucinato da uno chef stellato. Vero è che i rosa per la quarta partita di fila nè vincono nè tanto meno impallinano la porta avversaria, ma è vero pure che hanno dimostrato una verve atletica ed un’intensità agonistica che finora avevano quasi sempre lasciato negli spogliatoi. Evidentemente la cura prescritta dal Dott.Baldini sta toccando i tasti giusti. Resta il fatto che il Palermo ristagna in un laconico sesto posto, a quattro punti dal secondo ma anche a quattro punti dal decimo. Come sempre, il tempo sarà galantuomo.
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Il primo tempo parte a razzo con un palo del Catanzaro già al 4° minuto. Sembrerebbe il preludio di una partita straricca di occasioni ed invece i portieri chiudono la prima frazione coi guanti più bianchi di una tunica per la prima comunione. I calabresi provano a fare il match ma i ragazzi di Baldini sono più coraggiosi di un uomo che contraddice la propria moglie e ribattono colpo su colpo. Un timido pallonetto di Valente è l’unico accenno rosanero verso la porta difesa da Branduani, ma – man mano che il tempo scorre – lo zero a zero della prima frazione è più scontato dell’esito della prima chiama per l’elezione del Presidente della Repubblica.
Tornati dall’intervallo è assolo del Catanzaro per almeno un quarto d’ora, ma la Fort Knox rosanero non si lascia rubare i lingotti. Anzi, più passa il tempo e più il pressing del Palermo diventa qualcosa di forsennato. I rosa pressano altissimi, quasi oltre la porta giallorossa, ed il risultato è il totale appannamento della manovra calabrese. Sul finire del match sono proprio i rosanero ad andare vicini al gol della vittoria. Prima con un pallonetto di Luperini direttamente da Villa San Giovanni alzato sopra la traversa dal portiere giallorosso e poi con il neoentrato Brunori che in un fazzoletto di area di rigore prima addomestica il pallone e poi lo calcia alto da posizione angolata. Fischio finale: sui set cinematografico si dice “buona la prima”. Va bene così: ci vediamo al prossimo ciak, mister Baldini.
Massolo 6. Giornata da reddito di cittananza per il suo esordio in campionato.
Doda 6. Partenza così così, finale in crescendo con museruola e bavaglio imposte a Bombagi.
Lancini 7. Ricordate il tormentone di Ezio Greggio con il quadro di Teomondo Scrofalo? “È lui o non è lui? È lui o non è lui? Ceeeerrrrrto che è lui!”. Prestazione come non se ne vedevano dai tempi contro la Cittanovese o il San Tommaso. Puntuale e incisivo su Cianci, Vazquez, Biasci, Edy Bivi, Palanca e tre quarti della Calabria. Prossimo obiettivo? Testa bassa e pedalare.
Marconi 6,5. Anche il mancino spicca per concretezza sebbene qualche volta si lasci andare alla sua indole da wrestler.
Giron 6. Tiene la posizione ed è poco aggressivo. Si vede che ha tanta ruggine da smaltire
Dal 72° Crivello 6. Venti minuti di palloni utilmente arrunzati.
De Rose 6. Si fa valere quando c’è da fare legna, urge doposcuola se si tratta di impostare.
Dall’Oglio 6. Come il compagno di reparto, tanto lavoro in fase di interdizione, poche idee in fase di rilancio.
Dal 76° Odjer s.v.
Valente 5,5. Dopo un’eternità a sinistra, riportato a destra dal suo mentore e, paradossalmente, non incide mai sulla gara.
Luperini 7. Trequartista atipico, esce alla distanza galleggiando tra centrocampo ed attacco e azzannando con un pressing feroce come un leone digiuno qualsiasi cosa passi nelle sue vicinanze.
Dal 82° Damiani s.v.
Felici 6,5. Esordio da applausi. Cerca sempre la giocata senza paura e spesso manda in crisi i difensori giallorossi. Bentornato “Felilicic”.
Dal 72° Floriano 5. Due palloni in venti minuti e la dinamicità di un omino del calciobalilla.
Soleri 6. Gioca lontano anni luce dalla porta avversaria, ma pressa come un dannato dal primo all’ultimo minuto.
Dal 82° Brunori 6. Pronti-via e a momenti piazzava la biglia nel sacco calabrese. Può essere un’ottima pallottola per il fucile del tecnico toscano.
Baldini 6,5. Appena arrivato si è visto scippare tutta la rosa dal Covid. Ma il tecnico carrarino è uomo di polso e ha dalla sua la forza delle idee ed un pelo sullo stomaco che gli permette di non avere paura di sbagliare. A quattro dietro, pressing asfissiante e ricerca della verticalizzazione. C’è da rimettere in piedi un paziente lungodegente: Dott.Baldini, in sala operatoria!
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