Il gol siglato allo Zaccheria di Foggia da Brunori ha aperto il dibattito sulla sportività del gesto. È possibile che l’attaccante italo-brasiliano non abbia visto il portiere impossibilitato a compiere alcun movimento. Vero è alla stessa maniera che, essendosi accorti dell’accaduto, i calciatori del Palermo avrebbero potuto “restituire” il gol agli avversari. Di episodi simili ce ne sono stati. L’ultimo in ordine di tempo proprio nel girone C nel match giocato tra Campobasso e Fidelis Andria nel settembre 2021 (VIDEO).
E dire che proprio il Palermo, in passato, è stato protagonista di episodi simili. “Tu non sei un uomo, tu non sei un uomo!”. Con queste parole rivolte al collega Cesare Prandelli, un indiavolato Francesco Guidolin cercava di farsi giustizia dopo un torto subìto. Riavvolgiamo il nastro della memoria. Cos’era successo? La partita era un Palermo-Fiorentina giocata una piovosa domenica di marzo 2008. Il centrocampista rosanero Guana si fa male e lascia il possesso del pallone. Il rumeno viola Mutu ne approfitta, si invola verso l’area rosanero e lascia partire un diagonale che punisce Jimmy Fontana. Apriti cielo! I giocatori del Palermo sono delle furie, per loro è stato un gesto antisportivo e l’attaccante viola non avrebbe dovuto tentare la via del gol. Fortunatamente l’esordio di Edinson Cavani e del suo gol “alla Van Basten” restituì un pò di sole in una giornata non solo meteorologicamente grigia.
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Altro episodio, altri protagonisti. Si disputa un Palermo-Reggina e fra gli amaranto gioca un ex amatissimo dal popolo rosanero: Franco Brienza. Primi minuti della ripresa, capocciata fra il terzino sinistro del Palermo, Balzaretti, e l’attaccante calabrese Corradi. Entrambi a terra, la palla schizza proprio verso il folletto originario di Cantù che si ritrova praticamente a tu per tu con il portiere del Palermo. Brienza non ce la fa: “fermi tutti, non posso segnare così al Palermo”. Un gesto di sportività indimenticabile, raro.
Sì, ieri il Palermo – oltre che la partita in maniera indecorosa – ha perso la possibilità di mostrare al mondo intero quei valori di sportività che tanto vengono elogiati quando a compierli sono gli altri. Ma siccome il Dio del calcio sa essere spietato, ha lasciato che ci pensasse Lancini a mettere tutti d’accordo. È il karma, baby.
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