Sarà pure carnevale, ma l’ennesima sconfitta del Palermo in trasferta è uno scherzo di pessimo gusto. Sì, perchè la partita potrebbe essere racchiusa in una frase: i rosa creano tante occasioni, la Virtus Francavilla segna. Però, siccome con i se e con i ma non si vincono i campionati (figurarsi le singole partite!), la squadra di Baldini (alla seconda sconfitta di fila lontano dal “Barbera”) resta ancora una volta a bocca asciutta, scavalcando d’impeto il periodo carnascialesco e gettandosi direttamente in quello quaresimale.
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IL PRIMO TEMPO
Il Palermo potrebbe passare almeno due volte nel primo quarto d’ora, ma il portiere della Virtus Francavilla – approfittando del carnevale – si traveste da Giucas Casella e prima ipnotizza Floriano e poi Brunori. Probabilmente, però, l’ipnosi è una delle tattiche maggiormente studiate da mister Taurino, visto che al ventitreesimo Mastropietro narcotizza Giron e si lascia abbattere in area. Rigore e gol del pugliese Maiorino. È ancora il Palermo a spingere, ma prima un egoistissimo Brunori vanifica un contropiede e poi anche Valente deve cedere ai guantoni magici di Nobile. Si va al riposo, ne approfittiamo per prendere un blister di Buscopan per curare la gastrite nervosa ed uno di Xamamina per il mal di mare causato dalle immagini di Eleven.
IL SECONDO TEMPO
Il secondo tempo sembra ricalcato sulle orme del primo. Nei primi dieci minuti è il Palermo ad avere le occasioni per pareggiare con Valente e Brunori, ma è la Virtus Francavilla a passare. Patierno, solo soletto ed indisturbato, calcia dal limite dell’area sorprendendo Pelagotti. Baldini prova a mischiare le carte con il solito triplo cambio carpiato rovesciato prematurato con scappellamento a destra, ma gli esiti non lo assistono. A riaprire la gara è un penalty assegnato al Palermo per fallo su Buttaro e siglato da Brunori. Poco altro, però. Giusto una capocciata su corner di Perrotta e qualche mischione modello “ponte Corleone” che non sortisce nulla di importante. Fischio finale: il Palermo perde anche a Francavilla, tutto nella norma. Purtroppo.
LE PAGELLE
Pelagotti 5,5. Gli unici palloni che tocca sono quelli che raccoglie da dentro la porta. Sul rigore ci va pure vicino a prenderlo, ma sul raddoppio – invece – resta sorpreso come quando a Palermo svuotano le campane della raccolta differenziata.
Accardi 5. Soffre in difesa e raramente partecipa alle offensive.
Dal 60° Buttaro 6,5. Entra ed inizia ad arare la fascia destra come un Landini Super. Subisce il fallo del rigore che porta al 2 a 1.
Lancini 5,5. La Virtus non affonda praticamente mai, ma sul gol di Patierno forse era a visitare la Basilica Minore del Santissimo Rosario.
Perrotta 5,5. Come il compagno di reparto, ma in gita alla Chiesa di Maria Santissima della Croce sul raddoppio della Virtus.
Giron 5. Poco propositivo in fase offensiva, regala un rigore con un’ingenuità imbarazzante.
De Rose 6. Ormai dentro il mood baldiniano, velocizza e verticalizza con buona intensità.
Damiani 6. Buone giocate. I piedi ci sono, è la personalità che ancora latita.
Dal 60° Dall’Oglio 5,5. Torna in campo dopo un mese nel momento peggiore del match. Non contribuisce a cambiare gli eventi.
Valente 5,5. Patisce il campo modello “Calcio Sicilia”. Avrebbe anche delle buone chances, ma spreca.
Dal 74° Felici s.v.
Luperini 6,5. Pendolare tra centrocampo ed attacco, apre spazi enormi per i compagni. Suo il filtrante che porta al fallo da rigore su Buttaro.
Floriano 5,5. L’insufficienza è per il gol grande quanto la Mesopotamia sbagliato ad inizio gara. Però, fin quando ha benzina, è pimpante e pericoloso: un altro calciatore rispetto all’omino del calciobalilla a cui ci aveva abituato
Dal 60° Silipo 5. Entra per dare la svolta alla gara, ma tocca pochissimi palloni. Il simbolo della sua partita è un sinistro a giro finito quasi in Albania.
Brunori 5. Non basta un rigore segnato a pareggiare l’enormità delle occasioni sciupate a due passi dalla linea di porta. Passa da Brunorigueño a Darko Pancev in novanta minuti. Speriamo soltanto per oggi.
Baldini 6. La lezione di Foggia gli è servita a non stravolgere più la squadra che fa bene. Ed in effetti farebbe bene anche oggi, benissimo se la mettesse pure dentro. Peccato che quando si fa prendere dalla frenesia dei cambi, però, non sempre ci azzecchi.
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