Palermo, Mirri e le colpe del sud. Zamparini e Sensi però…

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Anche febbraio è passato e – a parte l’ingresso di Guglielmo Micchichè nella Consulta d’indirizzo della società rosanero – sul fronte cessione tutto tace. Sud, dannato sud, disgraziato sud. Maledetta sia la collocazione geografica che ha posto Palermo al sud dello stivale invece che in zone molto più nobili e redditizie come le Langhe piemontesi o le Valli di Comacchio. I limiti di Palermo città si conoscono tutti, vengono testati quotidianamente da cittadini ormai snervati. Insomma, che Palermo, come dice il presidente Mirri, “non è Zurigo” è assolutamente evidente, ma sul fatto che la squadra della città non sia appetibile per mere questioni geografiche, c’è da obiettare. Eccome.

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Il presidente e gli ultimi due grandi patron rosanero, Sensi e Zamparini

È stato dimostrato dai fatti dell’ultimo ventennio e più che Palermo può esprimere calcisticamente posizioni nettamente più prestigiose rispetto a quelle odierne. La ricetta? Semplice, basta investire corposamente ed in maniera assennata. Praticamente gli stessi ingredienti che valgono per chi è posizionato in luoghi dell’estremo nord Italia. Quando il vecchio Palermo del Presidente Ferrara annaspava in C ad intervenire ed investire fu Franco Sensi. Investimenti di spessore e – seppur con qualche trepidazione di troppo – promozione in serie B al primo colpo. E Palermo – udite, udite – anche allora, era al sud.

Quando il patron Sensi decise di disfarsi del giocattolo Palermo, ecco che di colpo intervenne Maurizio Zamparini il quale, non solo salvò le sorti rosanero da un possibile naufragio, ma fece navigare il club di viale del Fante su crociere extra lusso per molti anni. E Palermo – attenzione al colpo di scena – anche in quegli anni era al sud.

Perchè è vero che i tempi sono cambiati, che l’economia è cambiata o che la pandemia abbia tolto risorse, ma il calcio resta sempre un gioco molto semplice. In fondo, per vincere, devi essere il più bravo e – quasi sempre – questo va di passo con quanto si mette sul piatto della bilancia. Perchè se così non fosse, anche la Skoda potrebbe vestire una delle sue vetture da macchina di Formula 1. Da qui a vincere un Mondiale, però…

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