Nel Palermo i panni sporchi non si lavano in famiglia

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I panni sporchi si lavano in famiglia. Questo è un proverbio che da secoli si tramanda. Evidentemente per Baldini esso non è un dogma. Le sue dichiarazioni a caldo dopo il pareggio ottenuto a Potenza potrebbero avere un effetto deflagrante. Il mister rosanero lo conosciamo da tempo. Lui non ha peli sulla lingua e certe esternazioni le ha pagate sulla sua pelle. Nessuno ha infatti dimenticato il clamoroso esonero nella stagione della prima storica promozione dell’era Zamparini. Avremmo sperato che i peli però gli fossero cresciuti sullo stomaco.

Da quanto dichiarato ieri ciò sembra non sia avvenuto. Addossare le colpe di alcune prestazioni non in linea con il blasone del Palermo ad una parte dei giocatori a disposizione è una sorta di discolpa dei propri demeriti per qualsiasi allenatore. Il motivo è molto semplice. Il tecnico toscano ha accettato l’offerta della società durante le feste natalizie ben sapendo quale sarebbe stata la rosa a sua disposizione avallando peraltro una campagna acquisti nel mercato di gennaio nella quale sono arrivati due ragazzini.

Uno, Felici, da lui messo alla berlina nel post partita, con esperienza limitata nei campionati professionistici, l’altro, Damiani, che ad Empoli ha conosciuto bene la panchina e la tribuna e poco meno il campo di calcio. Responsabilità ne ha dunque anche lui ma al contrario del suo predecessore che forse per difendere l’ambiente se ne assumeva anche troppe non ha mai dichiarato in questo suo interregno di avere sbagliato formazione o di avere male interpretato la lettura tattica di una gara. Le frasi ad effetto, tipo “voglio andare in B con il Palermo” possono suonare a primo acchito come una volontà utile ad attirare le simpatie dei tifosi ma suonano, di contro, nel contesto della sua conferenza, come se qualcuno non avesse la stessa sua voglia tra i calciatori.

Probabilmente è vero che ci sia qualche elemento che si senta ai margini del progetto ma onestamente vista la girandola di formazioni schierate questi può essere solamente Silipo che il campo con il tecnico toscano non lo ha visto quasi mai. Gli altri a turno sono stati tutti schierati nell’undici che ha iniziato le partite. E proprio questo è quello che più gli rimproveriamo. Considerare tutti titolari è un errore che commettono tanti allenatori, quelli che non vincono niente. Basterebbe guardare in giro e comprendere che le squadre che vincono i campionati hanno da sempre avuto una base di otto nove elementi su cui costruire la formazione.

In Italia, ad esempio, la Juventus che nell’ultimo decennio ha vinto nove campionati pur avendo una rosa superiore a tutte le altre ha sempre esibito un undici titolare. Qui abbiamo assistito a sostituzioni di reparti interi da una partita all’altra con la logica conseguenza di avere in campo giocatori privi della necessaria intesa. Giusto che qualche elemento come Floriano si faccia un bagno di umiltà ma c’è qualcuno che non sia un giocatore che non dovrebbe frequentare le stesse acque termali?

Non sarebbe forse il momento se davvero il desiderio di Baldini è quello di realizzare ciò che adesso se non un sogno sembra una barzelletta avere il coraggio di decidere chi deve andare sempre in campo e mettere davvero ai margini chi non reputa alla altezza del progetto? La faccia una riflessione l’allenatore e intervenga pubblicamente la società anche per difendere le proprie scelte e fare in modo che i propri calciatori non siano il facile bersaglio delle prevedibili accuse dei tifosi.

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