Speravamo, in cuor nostro, di esserci sbagliati o perlomeno di essere smentiti. La reprimenda della scorsa settimana di Baldini avrebbe dovuto sortire, secondo lui, una reazione sul campo che avrebbe dovuto invertire il trend negativo delle ultime gare dei rosanero. Anche a Pagani abbiamo assistito alla solita prestazione. Un Palermo né carne né pesce, una squadra che al contrario di quello che sostiene il mister non ha una propria identità. Nessuna idea di gioco, nessun sussulto di orgoglio, nessuna autorità nel tenere in campo sono patrimonio di questa squadra.
Diciassette gol subiti nell’interregno del tecnico toscano sono inconfutabilmente il dato più emblematico da sottolineare. Gol subiti per errori individuali e non per superiorità tecnica degli avversari. La maggior parte di essi provengono da azioni sviluppate sulla fascia sinistra della difesa rosa. Possibile che Baldini non se ne sia accorto? Sarà un caso che su quella fascia non giochi più Valente? Non può essere soltanto una questione di atteggiamento. E non può essere plausibile che a cinque giornate dal termine della regular season non si sappia chi sono gli undici titolari.
Addirittura non sappiamo neanche quali possano esserlo in prospettiva. Non lo sa neanche l’allenatore che ha una lettura delle partite quantomeno confusa. Cinque cambi alla volta, uno a rettificare l’errore della precedente sostituzione, non convincono nessuno e nemmeno ci fanno sperare in un futuro migliore. Rimboccarsi le maniche è quello che ha detto bisogna fare Baldini nelle ultime giornate.
Il lavoro da fare è davvero tanto, aggiungiamo noi, perché se si vogliono disputare i playoff con qualche possibilità di non rimediare cattive figure bisogna inventarsi soluzioni valide. Una squadra che con cinque delle ultime sette compagini in classifica ha solo pareggiato subendo due gol a partita da quattro di esse non può sperare di vincere con Reggiana o Padova tanto per citare due possibili avversarie.