Manco fosse Will Smith, il Palermo schiaffeggia il Taranto con una cinquina che solo per sfortuna ed imprecisione rosanero (nonché per l’abilità del portiere rossoblù), non si è tramutata in una sonora lampiàta alla Bud Spencer. Una vittoria avvenuta sotto lo sguardo attento di un numero di spettatori di poco inferiore agli operatori della Croce Rossa presenti al “Barbera” e che non fa altro che far aumentare la rabbia per le recenti prestazioni della squadra di Baldini. Adesso testa al Picerno: fortunatamente si gioca in casa.
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IL PRIMO TEMPO
Neanche il tempo di fare l’appello degli spettatori che già i rosa vanno in vantaggio. È Luperini di testa su corner a segnare la prima rete. Il centrocampista toscano, tra l’altro, dopo il gol ci ha tenuto ad indicare con il dito all’orecchio una brutta otite avuta in settimana. Non si spiega altrimenti il gesto. L’evento della giornata è che il Palermo non prende gol al primo tiro subìto. Onestamente neanche al secondo e nemmeno quando Pelagotti regala un brivido ai parenti della zita oggi al “Barbera” lisciando un retropassaggio di Marconi. Si vede da lontanissimo che il Taranto è “muru muru c’ù ‘spitali” (fortemente convalescente, n.d.a.) e la squadra oggi diretta da Nardini ha millemila occasioni per buttarla dentro. Ci pensa Brunori ad arrotondare, prima insaccando un cross di Valente e poi sfruttando una respinta corta del portiere pugliese dopo tiro di Floriano. Tre a zero, fine primo tempo.
IL SECONDO TEMPO
A suonare la sveglia del secondo tempo è l’ex Davide Di Gennaro, che – solo, soletto a centro area – batte Pelagotti. Una volta ridestatosi, il Palermo torna a produrre azioni da gol in sequenza soprattutto con Valente e – almeno in altre tre occasioni – con Luperini. Proprio il numero diciassette porta a quattro le segnature rosanero (anche se con un tiro fortemente deviato) e – evidentemente – la cura per l’otite che l’aveva assillato deve aver fatto effetto. Nessun dito, stavolta. Il Palermo un po’ si accontenta, Nardini comincia la girandola dei cambi facendo entrare addirittura Silipo, ed al 91° arriva puntuale come un orologio svizzero il gol di Soleri. Poco prima del fischio finale arriva il secondo gol del Taranto: un pingpong tra Marconi e Lancini si insacca infastidendo probabilmente più Pelagotti (che se la prende manco avesse preso gol in finale di Champions) che la sparuta pattuglia di spettatori presenti quest’oggi al Barbera. Cinque a due. Guai a parlare di super prestazione: per gli applausi passare a continuità acquisita.
LE PAGELLE
Pelagotti 6 Serenità, questa sconosciuta. Prova ne sia la reazione scomposta sul secondo inutile gol subìto, arrivato praticamente quasi sotto la doccia. Fa, però, un ottimo intervento sull’uno a zero.
Accardi 6,5. Partita di sostanza. Nel primo tempo tenta anche scorribande offensive. Roba da altri tempi.
Lancini 6. Match da infradito e cocktail. Incolpevole sull’autogol.
Marconi 6. Bravo a spegnere sul nascere i flebili ardori tarantini.
Giron 6,5. Buona la propulsione offensiva e la voglia anche di andare in rete. Urge ricalibrare il mirino sui cross, però.
De Rose 6,5. Mente e cuore della mediana rosanero. Il portiere del Taranto gli nega la gioia della prima rete in rosanero
Dall’Oglio 5,5. Risponde “presente” solo quando c’è da battere un calcio piazzato. Oggi a metà campo ci sarebbe da “farsi i bagni” e, invece, becca un giallo che lo terrà sul divano per il match contro il Picerno.
Dal 46° Damiani 5,5. Niente bagni anche per lui. Sul primo gol del Taranto, tiene Di Gennaro a distanza interpersonale come da protocollo Covid.
Valente 7,5. È tornato il coniglietto della Duracell! Assist, conclusioni e per ottanta minuti galoppa sulla destra che in confronto Ribot era un somaro vecchio e storpio.
Dal 80° Silipo s.v. (Allora c’è vita su Marte!)
Luperini 7,5. Mette a referto una doppietta, ma i gol potevano essere tranquillamente anche tre o quattro. Sfrutta “i bagni” di cui sopra con incursioni prepotenti ed è un accetta che affetta per tutta la gara la difesa del Taranto.
Dal 86° Fella s.v.
Floriano 6. Il meno pericoloso dei “quattro tenori” offensivi, ma si muove bene e gioca una partita positiva.
Dal 73° Felici s.v.
Brunori 9. Brunorigueño fa ventuno e vola in testa alla classifica dei cannonieri. Un avvoltoio, un condor, un falco, uno sparviero… No, un’aquila. Rosanero!
Dal 73° Soleri 7. “Entraessegna” non s’accontenta mai. Rapporto minuti giocati/gol fatti semplicemente impressionante. Anche la zona Cesarini ormai andrebbe ribattezzata “zona Soleri”.
Nardini 7. Telecomandato da mister Baldini, schiera forse l’undici più equilbrato possibile e non snatura nulla fin quando la partita non è ampiamente “atturrunata” dentro al congelatore.
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