Palermo-Catania, un derby bulgaro dai tiri… mancini

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Non si giocherà nessun derby fra Palermo e Catania, sabato prossimo. Il “Renzo Barbera” resterà, purtroppo, chiuso. Niente sfottò fra cugini, niente cori, nessuno scontro di gioco fra maglie rosanero e maglie rossazzurre. Il Catania non c’è più: al di là dei campanilismi, è l’ennesimo boccone amaro che il calcio siciliano è costretto ad ingoiare.

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Palermo e Catania, Tuttolomondo e Mancini: quante somiglianze

Quando, da Catania, Mancini ha iniziato a parlare di “fideiussioni bulgare”, alla quasi totalità del popolo rosa è tornato in mente quel drammatico giugno del 2019. Già, perché a vantaggio di chi l’avesse dimenticato, il paradosso è che proprio Benedetto Mancini parrebbe esser stato a suo tempo il garante della fideiussione presentata dai Tuttolomondo a Palermo, la famosa “Lev Ins”. Sappiamo tutti il triste epilogo di quella storia, sappiamo tutto delle PEC del 23.59.

Al tempo, i tifosi rosanero – al contrario di Tuttolomondo senior – erano molto preoccupati ed anche a Catania nessuno ha stappato champagne quando Mancini ha rilevato il club all’asta. Quel galantuomo del tempo ci ha messo poco a squarciare il velo dell’incognito e a diradare la nebbia del dubbio: il Catania non c’è più, sparito, cancellato. Non ha avuto seguito neanche la vox populi che ripeteva come un mantra la frase “ormai glielo fanno finire il campionato”.

Niente derby, quindi. Peccato, sarebbe stata sicuramente una bella giornata. Il Palermo al ritorno da una vittoria importante da Monopoli avrebbe attirato tanti tifosi al “Barbera” e, finalmente, i calciatori rosanero avrebbero potuto percepire l’urlo di uno stadio che quando si compatta fa tremare le vene e i polsi. Un’altra brutta pagina per il calcio siciliano, sempre più spesso vittima di tiri… mancini.

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