Domenica 24 aprile, il Palermo disputerà al San Nicola di Bari l’ultima gara della stagione regolare. Una partita dalla posta in palio elevatissima: i rosanero, sperando anche in un aiuto dagli altri campi, dovranno obbligatoriamente vincere per sperare di entrare ai playoff direttamente nella fase nazionale. Ed è evidente quanto teorizzato dal filosofo Giambattista Vico circa i corsi e ricorsi storici, fatte le dovute proporzioni, riesca a trovare la sua applicazione anche nel mondo del calcio.
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A Bari, infatti, è tutto pronto per la festa. La promozione è stata già acquisita e, per l’ultima stagionale in casa, la società del patron De Laurentiis sta organizzando la cerimonia per la promozione. Quasi come accadde a parti invertite nel maggio del 2004. Allora fu un Palermo ebbro di gioia per aver conquistato la promozione in A dopo oltre trent’anni a festeggiare, con i “galletti” che – come i rosa – avrebbero dovuto fare bottino pieno ed incollare le orecchie alla radiolina per sperare di salvarsi. Finì 3 a 0 per la squadra di Guidolin, con lo storico sigillo finale di Vasari, ovazioni e cori per tutti (anche per Silvio Baldini, allenatore rosa della prima parte di stagione) ed il rock dei gemelli Filippini sotto la Curva Nord. Per i pugliesi spareggio salvezza, perso, contro il Venezia. Il fallimento di Ancona e Napoli, però, riportò i biancorossi in cadetteria.
C’è un “portone” da aprire, come dice Mauro Nardini. Per farlo, però, è necessario che il Palermo si trasformi in guastafeste.
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