Giammarva: “Zamparini era molto dolce. Curkovic? Lo mandai a quel paese”

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Alla presentazione del libro su Maurizio Zamparini, scritto da Alessio Alaimo, è intervenuto anche Giovanni Giammarva. Il noto commercialista, rimasto al comando del club per nove mesi, ha parlato così dell’ex patron rosanero:

«Ho chiesto a Zamparini di non dover gridare quando parlava con me. Effettivamente ha accettato e non l’ha mai fatto. Tranne una volta: eravamo in una riunione, chiesi una cosa e lui mentre parlava cominciò ad alzare la voce. Gli dissi di ricordarsi del patto e smise subito. Zamparini era di una dolcezza incredibile e traspariva dai suoi occhi. Sembrava quasi un bambino. Era una persona semplice e vera. Ho un ricordo bellissimo di quest’uomo. Sapeva valorizzare le persone e, nello stesso tempo, nonostante avesse autorevolezza e autorità, faceva dei passi indietro quando si rendeva conto che qualcuno lo stava consigliando.

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Ricordo quando ci fu il fallimento – prosegue Giammarva -. Nessuno chiedeva soldi, tutti erano regolarmente pagati: qualcuno chiese di farlo fallire solo per il marchio della partecipazione a Issa. Quando ci fu il problema del fallimento, gli chiesi di fare un bonifico di almeno 4 milioni. Lui mi rispose che lui era un imprenditore serio. Poi fece il bonifico. Disse che lui e la società ce l’avrebbero fatta sicuro. Poi è andata com’è andata.

Non mi era mai piaciuto il calcio, non l’avevo mai seguito – svela l’ex Presidente pro tempore del Palermo -. Ci fu un momento in cui la Macedonia giocava il campionato ed i giocatori dovevano andare. Zamparini mi chiese di parlare con Curkovic per dire di non far partire i giocatori. Ma l’agente mi rispose che non ero nessuno e mi trattò male. Poi mi chiamò più e più volte e mi disse “Tu Palermo, tu famiglia di mafia”. Cercai di fargli cambiare idea, ma si convinse così. E allora lo mandai a quel paese”.

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