Saraniti in esclusiva per RNL: “Con il Palermo ho due rimpianti…”

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Rosanerolive.it ha intervistato in esclusiva l’ex attaccante del Palermo, Andrea Saraniti. “A 34 anni dovevo scegliere se andare al nord e fare ancora due/tre anni di C o restare nel Salento e fare la serie D. Siccome la Puglia – ci ha raccontato l’ex numero nove rosanero – è la mia seconda casa, la scelta è stata naturale. Eccomi a Casarano, con tanti compagni che hanno sulle spalle tanto professionismo ed un progetto societario biennale di grande livello e grandi investimenti.”

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Saraniti al suo arrivo a Palermo

“BOSCAGLIA? PERSONA SINCERA”

Con addosso i “suoi” colori, però, qualcosa è andato storto. “Non ha funzionato – ci ha raccontato Saraniti – in primis il rapporto con Boscaglia. Non dal punto di vista personale, semplicemente non ero un giocatore per il suo credo calcistico. Ce lo siamo detti serenamente, secondo me è un grande allenatore oltre che una persona schietta e sincera. A gennaio avevo il morale sotto i tacchetti e avrei voluto andar via, ma Sagramola, Castagnini e anche Santana mi hanno fatto tornare sui miei passi. Mario è stato bravo nel convincermi che se fossi andato via durante il mercato invernale avrei fatto brutta figura. Purtroppo anche con l’esonero di Boscaglia le cose non sono migliorate, anzi. Con Filippi avevamo due modi di vedere il calcio diametralmente opposti.”

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“UN’ESPERIENZA CHE RIFAREI. MA I LEONCINI…”

“Ho sempre sentito l’affetto dei tifosi della curva, l’unica nota dolente sono stati i famigerati leoni da tastiera che, più che far del male a me, hanno dato dispiacere alla mia famiglia. Ma quella di Palermo – ha proseguito l’attaccante del Casarano – è stata un’esperienza che rifarei, senza dubbio, anche conoscendone il finale. Una delle cose più tristi è stata non aver potuto giocare davanti ad un “Barbera” pieno di gente. Per un palermitano come me sarebbe stato eccezionale sentire la spinta di quello stadio.”

IL FAMOSO GOL DELL’EX DI SARANITI

“Io sono un palermitano purosangue – ha affermato Saraniti – cresciuto tra Boccadifalco, Via Pitrè, Altarello e Madonna di tutto il mondo. Sono quartieri che brulicano di gruppi organizzati del tifo rosanero. Ci conosciamo tutti e ho profondo rispetto per la maglia della mia città, ma quel giorno la soddisfazione per aver segnato contro lo staff tecnico presente sulla panchina del Palermo è stata enorme. Parliamo di un allenatore (Filippi, n.d.a.) che quando si è fatto male Lucca, piuttosto che far giocare me, ha messo Rauti, Kanoutè o Santana a fare la prima punta. Parliamo dello staff che mi ha messo fuori rosa all’inizio della stagione successiva facendomi passare giorni infernali. Una cosa che neanche quando sono andato in A con il Lecce…”

DUE RIMPIANTI ROSANERO

“Ho ancora negli occhi il Palermo versione Baldini con le sue incursioni offensive spettacolari. Sono stato felice nel vedere il Palermo promosso in serie B, ma ho due rimpianti: non aver potuto festeggiare anch’io davanti a tutta quella gente e non essere stato allenato dal tecnico toscano. La piazza merita la serie A, merita i grandi giocatori che hanno acquistato in questa sessione e – anche se ci vorrà un po’ di tempo – posso dire che hanno fatto una grande squadra. E poi – ha chiosato la punta palermitana – c’è Brunori là davanti che fa la differenza…”

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