L’ex direttore generale della Juventus Luciano Moggi è intervenuto in occasione del “Palermo Football Summit” spaziando tra tanti temi. Ovviamente non potevano mancare le domande sul processo di calciopoli, che lo ha visto coinvolto in prima persona. Ecco cosa ha dichiarato.
LE SQUADRE ITALIANE PECCANO NELLA PREPARAZIONE
“Se qualcuno ha qualcosa da dirmi, ben venga. Ma poi non viene mai nessuno – così esordisce l’ex DG dei bianconeri intervenuto al “Palermo Football Summit”-. La Juventus non presenta un gioco particolare. Viene da due vittorie con tre gol e vincere aiuta a vincere. Le grandi squadre italiane sono indietro con la preparazione. Nella Juventus corrono di più Milik, Paredes e Kostic che hanno fatto la preparazione all’estero. Perchè? Perchè in Italia – risponde Moggi – si va alla ricerca delle amichevoli precampionato per prendere soldi. Il Napoli ha fatto un ritiro diverso e corre, le altre che hanno fatto amichevoli di lusso e tournèe stentano.
Sarà un campionato di A anomalo. Sarà un campionato dal quale verrà fuori che per vincere un campionato bisogna fare una buona preparazione ed un buon richiamo invernale. Saranno favorite le squadre che non hanno impegni infrasettimanali – continua – e comunque Juventus e Inter le vedo favorite. L’Udinese ha una buona organizzazione, ma alla fine nel contesto finale usciranno le big”.
IL RETROSCENA SU NEDVED E IL RAPPORTO CON RAIOLA
“All’inizio della mia carriera ho avuto la fortuna di aver incontrato Italo Allodi per- dice l’ex direttore generale bianconero -, e poi mi ha aiutato la fortuna di avere un carisma particolare con i giocatori. Loro mi rispettavano, io rispettavo loro.
Queste le parole di Moggi su Raiola. “Mino è nato con me. Lo chiamavano il pizzaiolo, ma capiva di calcio e aveva collaboratori preparati. Da lui ho preso Nedved e Ibrahimovic, l’ho mandato a litigare con la Roma per Emerson. In lui avevo grande fiducia ed in tanti si sono ricreduti su di lui. Ibra – che è uno che non le manda a dire – ha una vera e propria venerazione per Raiola. Le sue parole danno la dimensione di quest’uomo.”
Nedved alla Juve. “Ricevo Florentino Perez che mi dice di voler diventare presidente del Real Madrid. Mi spiega che è una specie di elezione politica e ho pensato di prendere Nedved prima di cedere Zidane. Tutto questo senza chiedere al calciatore. Un giorno incontrai il ceco e mi disse che non sarebbe voluto venire a Torino. Durante una sosta con le nazionali l’ho richiamato e gli ho mandato un aereo privato per fargli vedere l’ambiente in gran segreto. Poi, però, ho avvisato tutti i giornalisti dicendo che sarebbe venuto a Torino e lo scoop lo costrinse a venire alla Juventus.”
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LE DICHIARAZIONI DI MOGGI SU CALCIOPOLI
“Non mi hanno permesso di difendermi. Un processo farsa nel quale hanno distrutto il calcio italiano. Nella finale di Berlino c’erano cinque calciatori della Juventus nell’Italia e quattro nella Francia. Più Lippi. Figuratevi se avevamo bisogno di favori… Galliani, Carraro, Petrucci, Bergamo, erano tutti contro di noi. Cose che ho sempre detto e non mi ha mai querelato nessuno. L’ha fatto solo il figlio di Facchetti ma non gli è andata bene. Io nemico dell’Inter? No, il problema non sono le società, sono le persone. Sono molto amico di Marotta, per esempio. Calciopoli ha giovato a chi l’ha proposta. Perchè gli arbitri sono stati tutti archiviati? Chiedetevelo. Le SIM svizzere? Mi servivano per il mercato, dopo che l’Inter inspiegabilmente mi aveva soffiato Stankovic. Palamara, diventato famoso con Calciopoli, avete visto che fine ha fatto”.
MANCANZA DI COMPETENZA E PREPARAZIONE NEL CALCIO
“Il VAR è una macchina che a me non piace. Una cosa soggettiva fatta da due arbitri che magari non la pensano alla stessa maniera. Effettivamente ha salvato alcune situazione ma va considerato per quello che è.
Il mio erede? Manca la materia, la preparazione. Se diventi direttore di una squadra devi avere maturato tutta una serie di competenze imprescindibili che oggi non vedo. Non ero un dirigente perfetto, ma Conoscevo il diritto e conoscevo il calcio”.
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