L’incontro che si terrà sabato prossimo al “Barbera” tra Palermo e Pisa sarà il classico caso di “sliding doors”. Quella tipica situazione in cui è facile lasciarsi andare ad un malinconico “chissà come sarebbe andata se…”. Sulle panchina del Pisa siede, infatti, da tre settimane Luca D’Angelo al posto dell’esonerato Rolando Maran. Sì, proprio quel D’Angelo per tanti giorni accostato alla panchina rosanero dopo l’abbandono di Baldini. In queste tre settimane l’allenatore ex Casertana pare avere decisamente rivitalizzato la squadra toscana, una delle compagini alla vigilia più accreditate a disputare un campionato di vertice.
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Un cavallo di ritorno che non sta di certo dando alle partite dei nerazzurri quel tipico retrogusto di minestra riscaldata, D’Angelo. Cinque punti in tre partite, frutto di una vittoria in trasferta contro il Perugia di Baldini e due pareggi contro due squadre molto accreditate nel torneo di B di quest’anno, Parma e Venezia. Un bottino di tutto rispetto, se analogamente si paragonano le prestazioni dei toscani a quelle del Palermo di Corini, reduce, invece, da tre sconfitte di fila. 1,66 la media punti del tecnico pescarese da quando è tornato sulla panchina dei nerazzurri contro lo 0,87 prodotto dal “Genio” sulla panchina rosanero nelle prime otto partite di questo campionato.
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Solo numeri, potrà obiettare qualcuno. Freddi, algidi e privi di qualsivoglia emozione. Una materia che c’entra poco con il calcio e con il rettangolo verde, l’unica vera lavagna sulla quale, alla fine, vengono effettivamente scritti i destini delle squadre. Tutto giusto, possiamo anche essere d’accordo. Ora spiegateglielo pure all’algoritmo, per favore.
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L’algoritmo che ha scelto Corini si chiama Mirri. Non è una critica perché anch’io lo avrei scelto.
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