Palermo, il coraggio di cambiare

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Chi lascia la via vecchia per la nuova sa cosa lascia ma non sa cosa trova“, recita così un antico proverbio. Il Palermo poco più di due mesi fa ha deciso di lasciare la via vecchia. Arrivati al bivio si è scelto, in qualche modo, di prendere a destra piuttosto che tirare dritto su un sentiero che era già tracciato. Quella strada nuova, che all’apparenza sembrava meno impervia della vecchia si è invece rivelata essere una strada in salita, e la cosa peggiore è che non sappiamo ancora dove spunti. Viene però istintivo fare una considerazione: imboccare un sentiero sbagliato è qualcosa che può capitare, ma continuare a percorrerlo per orgoglio, per non ammettere di aver fatto delle considerazioni errate è la cosa meno saggia che si possa fare. Molto più saggio invece tornare indietro sui propri passi, soprattutto se si è ancora all’inizio del sentiero imboccato. “Sbagliare è umano, perseverare è diabolico” recita un altro aforisma. Allora si smetta di perseverare e si provi a cambiare sin da subito.

CAMBIARE ROTTA

Sì, adesso serve solo trovare il coraggio di cambiare. Non abbiamo la presunzione di suggerire a chi spetti questo passo, ma qualcuno dovrà pur farlo se non si vuole rischiare di inciampare irrimediabilmente.
Uscendo dalla metafora, ed entrando nel concreto, il coraggio di cambiare potrebbe trovarlo magari la società rosa. Come? Assumendosi la responsabilità di ammettere di aver fatto, probabilmente, delle valutazioni sbagliate ad agosto nella scelta dell’allenatore, e procedendo di conseguenza all’esonero di un tecnico che sembra non trovare ancora il bandolo della matassa dopo due mesi di campionato.

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Foto di Salvo Annaloro: L’allenatore del Palermo Eugenio Corini insieme a Mario Alberto Santana.

Oppure, in alternativa, quel coraggio potrebbe trovarlo lo stesso allenatore che, piuttosto che ostinarsi a mettere in campo la solita formazione (tenendo in considerazione solo 13/14 elementi di un organico che ne conta 29) potrebbe rivedere alcune delle sue idee, cominciando a mettere in discussione se stesso prima che i calciatori che allena, e provando a far ricredere sul proprio conto la proprietà, in primis (anche se questa dice tutt’oggi, mentendo, di aver fatto la migliore scelta) e poi la tifoseria.

UN NUOVO BIVIO

Il limite più grosso di Corini al momento sembra proprio questo: il non saper prendere in mano una situazione che andando avanti, via via, sta assumendo dei contorni sempre più drammatici, sportivamente parlando.
Vediamo nell’allenatore del Palermo tanta improvvisazione e poca lucidità nelle scelte, ma soprattutto tanta, troppa ostinazione nel voler dare seguito alle sue idee e ad un credo tattico che finora ha portato solo a risultati disastrosi. Il rischio è quello di sprofondare in una crisi senza precedenti e di sfaldare un gruppo che fino a qualche mese fa, a seguito della gestione Baldini, appariva talmente unito e solido da fare di queste caratteristiche il suo vero punto di forza.

Quindi è arrivato adesso il momento che qualcuno si assuma le proprie responsabilità, che sia la società o Corini poco importa. Ma affinché quella strada imboccata non risulti un vicolo cieco, una strada senza uscita, bisogna trovare una scappatoia, un nuovo bivio da prendere. Potrebbe essere un rischio, certo, come ogni strada nuova che si decide di percorrere. Ma è anche l’unico modo per uscire da un cammino che, se si continua a portare avanti, sappiamo bene tutti a quale destinazione porterà.

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