Quando il 4 luglio ci avevano raccontato di “un anno di transizione”, a tutto abbiamo pensato tranne ad un Palermo terzultimo dopo dieci partite, con un miserrimo bottino di 9 punti, 5 sconfitte, appena 9 gol fatti e 2 pareggi interni consecutivi con Pisa e, nientepopodimeno che, Cittadella. Tutti numeri che – senza scomodare per forza Zamparini – avrebbero già fatto saltare la panchina rosanero alla ricerca di correttivi urgenti ed immediati. Del resto Boscaglia e Filippi non li ha di certo cacciati l’ex presidente. Stavolta, però, per Corini sono stati coniati alibi ad hoc: il poco tempo a disposizione, la rosa troppo rinnovata, il troppo caldo, il troppo freddo, l’arbitraggio, il pallone sgonfio, gli UFO e persino l’elezione di Schifani a Presidente della Regione. Insomma forse ce n’è abbastanza per cambiare il manico, ma si sa, in un anno di transizione può succedere di tutto.
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IL PRIMO TEMPO
Il Palermo obbligato a vincere contro il Cittadella si presenta con un offensivissimo 5-3-2 tutto lanci lunghi e contropiede. Primi minuti di supremazia territoriale rosanero utile come un canguro in salotto e poi il solito schema a base di vuoto pneumatico. L’unico veramente intenzionato ad impensierire il portiere veneto è il suo compagno Perticone, ma al Palermo non riesce neanche la strada dell’autogol. Al 35° ci prova Di Mariano con una rovesciata alla Pelè in “Fuga per la vittoria”, ma viene fuori una schifezza buona solo per i fotografi. Ed effettivamente la vittoria comincia ad apparire in fuga. Due tentativi di Brunori sul finire di frazione e poi un tiretto di Gomes chiudono il primo tempo. Fischio di Giua e tisana allo zenzero antiemesi per tutti.
IL SECONDO TEMPO
Colpo di teatro ad inizio ripresa con il tecnico rosanero che ardimentosamente lancia Devetak in luogo di Marconi. Due minuti di forcing con un tiro alto di Segre è quanto proposto dai rosanero che, come da copione, tornano immediatamente nella loro comfort zone letargica. L’ex Avellino Carriero mette i brividi a tutti nonostante la temperatura primaverile del Barbera ed il Palermo – coerentemente con quanto disposto da mister Corini – di rendersi pericoloso non ci pensa proprio. Solo l’ingresso di Valente dà un minimo di pericolosità alle avanzate rosanero: per il 30 del Palermo, prima un tap-in respinto dal portiere del Cittadella e poi un incrocio dei pali colpito su punizione. La squadra è sfilacciata, senza un’identità, il pari è risultato più ovvio e la passerella sotto la curva a fine partita è solo la solita manfrina di cui si farebbe volentieri a meno.
LE PAGELLE
Pigliacelli 6. In zona reddito di cittadinanza per 90 minuti più recupero, prova ad adoperarsi con il suo ormai proverbiale atteggiamento da centroportiere metodista.
Buttaro 5,5. Dalle sue parti Antonucci sguscia come un’anguilla. Gioca una buona palla in profondità per Valente e stop.
Nedelcearu 6. Fa la voce grossa contro un Cittadella aggressivo come un chierichetto.
Marconi 6. Non prende la solita ammonizione a centrocampo e Corini lo punisce cambiandolo dopo il primo tempo.
Dal 46° Devetak 6. Esordio assoluto senza infamia e senza lode. Non sarà Roberto Carlos, ma (forse) neanche Aleesami.
Mateju 5. Finisce senza patemi da centrale, ma fin quando gioca da terzino sinistro è determinante come “Impegno Civico” di Di Maio alle scorse elezioni.
Segre 5. Non è un incontrista, non è una mezzala, non è un regista: solo corsa, corsa, corsa. Verso dove sarà il tempo a dirlo.
Dal 75° Vido 5. Dinamico come una armadio a muro, fallisce una buona occasione a pochi minuti dal termine.
Gomes 5. Un po’ Acquah, un po’ Odjer, Un po’ poco, insomma.
Dal 84° Floriano s.v.
Broh 6. Pogbroh è l’unico della mediana che cerca lo “strappo”. Ma viene servito con il contagocce e nel secondo tempo sparisce come Houdini.
Elia 4,5. Prova a farsi espellere in almeno due/tre occasioni e non ripete la partita da bomber disputata contro il Pisa. Si fa molto male ed è la ciliegina su una torta disgustosa.
Dal 60° Valente 6,5. Crea più occasioni lui in mezz’ora che tutta la squadra in dieci giornate.
Di Mariano 6. Più dinamico e pressante rispetto a qualche giornata fa. Se questo Palermo non vince, non è di certo lui il colpevole.
Dal 84° Saric s.v.
Brunori 6. Un digiuno in stile Filippi per il calciatore che più di tutti sta pagando il prezzo di questo avvio di campionato orribile. Lotta, sgomita e combatte come un leone. Ma è un leone ingabbiato, come allo zoo. La savana della serie C è lontana…
Corini 5. Sempre le solite scelte, sempre il solito non gioco. I lanci di Pigliacelli come extrema ratio ed un ricorso spesso tardivo ed improduttivo nella gestione dei cambi.
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