Non si placano le polemiche per l’affissione dello striscione in favore di Speziale apparso a Palermo. La figlia di Raciti è scesa in campo, dopo le dichiarazioni della madre e vedova dell’agente di polizia ucciso in quel Catania-Palermo tristemente noto, per esprimere tutta la sua preoccupazione.
FABIANA RACITI: “HO PAURA…”
Fabiana Raciti è stata intervistata da “La Repubblica” in merito all’inchiesta, a più ampio raggio d’azione, che mette sotto la lente d’ingrandimento il mondo ultras del capoluogo siciliano. Deceduto il 2 febbraio 2007, l’agente Filippo Raciti ha lasciato prematuramente la sua famiglia. Cari che, in questi giorni, sono tornati a parlare della morte del poliziotto dopo la comparsa dello striscione che inneggiava Speziale, condannato per l’omicidio di Raciti.
“Gli ultras non dimenticano, Speziale libero“. Il messaggio, sequestrato dalla Digos, ha acceso diversi focolai di polemiche. Ecco le dichiarazioni della figlia: “Quello striscione è un’offesa alla memoria di mio padre, un servitore delle istituzioni morto nell’adempimento del dovere. Mi preoccupa l’alleanza fra Palermo e Catania, tifoserie da sempre contrapposte. Un’ alleanza che sottintende una nuova organizzazione del tifo? Non ci deve essere un altro Raciti. Anch’io pensavo che fossimo molto più avanti. Ma ora sono delusa”.
Aggiunge: “Oggi, più che mai, è necessaria una cooperazione fra tutti coloro che organizzano e partecipano agli eventi: la società sportiva, i gruppi dei tifosi, le autorità. Solo con una cooperazione più efficiente si possono superare le difficoltà. E poi bisogna fare di più nelle scuole, attraverso la formazione delle giovani generazioni. Certi gesti negli stadi sono il frutto di una sottocultura strisciante“.