Palermo, la caduta dei pentastellati: raffica di condanne per il caso firme false

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Raffica di condanne per il caso firme false. La vicenda risale al 2012, allorché, un emergente Movimento 5 Stelle avrebbe falsificato le firme relative alla presentazione delle candidature alle elezioni comunali di Palermo. Questo per coprire un precedente errore che avrebbe potuto pregiudicare la presentazione delle liste necessaria per partecipare alla competizione elettorale.

Una mossa talmente grave da creare veri e propri dissidi ed epurazioni all’interno del partito del guru Beppe Grillo e dell’imprenditore del web Gianroberto Casaleggio. Quattro anni dopo, nel 2016, anno della morte di Casaleggio, furono Le Iene a tornare sulla questione. In particolare, fu Filippo Roma a presentare alla procura e al vice presidente Luigi Di Maio dei documenti recapitati presso la redazione. “Documenti mai venuti alla luce e che sarebbero in grado di fornire ulteriori prove materiali utili alle indagini” fu detto.

L’ex candidato a sindaco di Palermo Riccardo Nuti tra i condannati del M5S per il caso firme false del 2012

RAFFICHE DI CONDANNE

Oggi, il caso si conclude nella maniera probabilmente più logica, considerata la gravità dell’accaduto. Il giudice monocratico di Palermo, Salvatore Flaccovio ha infatti inflitto condanne. Pene comprese tra un anno e un anno e 10 mesi 12 tra attivisti e ex deputati regionali e nazionali dei 5 Stelle. Stessa decisione adottata nei confronti di un cancelliere del tribunale per la vicenda delle firme false presentate nel 2012 a sostegno della lista del Movimento per le elezioni comunali.

CONDANNA ANCHE PER RICCARDO NUTI EX CANDIDATO A SINDACO DI PALERMO

Le accuse a vario titolo erano di falso e violazione della legge regionale del ’60 sulle consultazioni elettorali. Due gli assolti. Per Samanta Busalacchi, Giulia Di Vita, Riccardo Nuti, Toni Ferrara e Claudia Mannino inflitta la pena più alta: 1 anno e 10 mesi. Un anno le condanne per gli ex deputati regionali Giorgio Ciaccio e Claudia La Rocca che ha collaborato con gli inquirenti; Alice Pantaleone, Salvatore Ippolito e Stefano Paradiso.Per l’avvocato Francesco Menallo e il cancelliere Giovanni Scarpello la pena è di 1 anno e 6 mesi, con i reati contestati da prescrivere tutti a febbraio.

CAOS PER UN ERRORE BANALE

Secondo la procura, nella notte del 3 aprile 2012, al comitato del Movimento furono ricopiate migliaia di firme per provare a rimediare a un banale errore relativo al luogo di nascita di un sottoscrittore. Notato lo sbaglio, e temendo di non riuscire a presentare in tempo la lista del Movimento per le Comunali, dovendo recuperarle una per volta, si sarebbe provveduto a ricopiare le sottoscrizioni. Avrebbe in seguito provveduto il cancelliere Scarpello ad autenticare le firme false

A vario titolo l’indagine coinvolse l’ex deputato nazionale Riccardo Nuti, allora candidato sindaco di Palermo, e le ex parlamentari nazionali Giulia Di Vita e Claudia Mannino. Coinvolti anche i deputati regionali Claudia La Rocca e Giorgio Ciaccio, che pero’ hanno ammesso le loro responsabilità e accusato i ‘colleghi’.

Ciaccio, pero’, come ha sottolineato il pm nella requisitoria, non ha ripetuto in aula le accuse.

Unici assolti Riccardo Ricciardi e Pietro Salvino.

Secondo la ricostruzione della Procura, Riccardo Nuti, candidato sindaco, e un gruppo ristretto di attivisti a lui vicini .– Samantha Busalacchi, Claudia Mannino e Giulia Di Vita – avrebbero pensato a uno stratagemma. Ossia correggere il vizio di forma e, vista l’impossibilità di ricominciare la raccolta e raggiungere il numero delle firme necessarie, ricopiare dalle originali quelle già in loro possesso.Migliaia di firme, nel corso di una notte agitata furono falsificate.