Il fattore C per la promozione in C

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Chi l’ha detto che il Palermo ha smarrito il fattore C? A ben vedere il risultato di Castrovillari-Savoia e la sua evoluzione si potrebbe dire ben altro. I lupi calabresi hanno, infatti, azzannato gli oplontini con un rigore last-second rimandandone i sogni di gloria. Rinviati – speriamo a mai più – i caroselli per le strade di Torre Annunziata ed i fuochi d’artificio, sicuramente già pronti dal triplice fischio finale di San Tommaso-Palermo.

I tifosi ed il fattore C: il cuore.

C COME CONTENTEZZA

Sì, contentezza. Perché viste le premesse aver mantenuto invariato il vantaggio nei confronti del Savoia meriterebbe fiumi di champagne scorrere per Viale del Fante, da Piazza Leoni alla Palazzina Cinese. 

C COME CATEGORIA

Da abbandonare, subito. Siamo certi che questa società l’abbia capito. E allora perché questo calciomercato invernale a dir poco sparagnino? Si dice sempre “ci vogliono giocatori di categoria”: e allora perché non si sono presi i giusti correttivi attingendo da squadre di serie D? “Perchè aspettiamo il mercato dei professionisti per pianificare la squadra del prossimo anno”, dicono i tifosi più ottimisti. Bene, mancano ancora un paio di settimane al gong del calciomercato: stupiteci!

C COME SERIE C

Dobbiamo tornare nel calcio che conta e dobbiamo farlo dalla porta principale. Pensare ad ipotesi di ripescaggi fa venire l’orticaria. Presidente, Lei ha paragonato il Palermo ad un bambino da aiutare quando cade. Questo bambino cade troppo, troppo spesso: sarà forse il caso di consultare uno specialista?

C COME CUORE

Sì, un cuore grande, grandissimo. No, non quello della squadra. Una squadra che, allo stato attuale e sportivamente parlando, ha un elettroencefalogramma piattissimo. Quello dei tifosi, semmai. Quei tifosi che questa estate hanno firmato una cambiale in bianco ad una società che risponde non rispondendo alle critiche che vengono mosse e che da un paio di mesi va avanti a forza di fattore C. E stavolta non è il cuore.