Sono di pochi giorni fa le dichiarazioni del presidente Mirri sui lavori futuri di radicale riammodernamento dell’impianto di viale del fante. Tra le cose dette è condivisibile che a Palermo non serve un nuovo stadio altrove, ma basta ristrutturare radicalmente il nostro.
RISCHIO ABBANDONO
In una città dove le grandi strutture se non utilizzate – vedi palazzetto dello sport – cadono nell’oblío e rovina, sarebbe quantomeno da ingenui non valutare la possibilità che un Barbera chiuso non farebbe una buona fine. A Londra hanno raso al suolo un monumento come Wembley per far posto ad una sua replica moderna e funzionale. A Palermo si potrebbe fare un po’ la stessa cosa.
RESTAURO A TAPPE
A Bergamo e Udine, per esempio, senza che le ristrutturazioni inficiassero il normale corso di stagione delle loro squadre si è riammodernato tutto. Anche qui il modus operandi dovrebbe essere simile. Certo è che bisognerebbe anche approfittare del momento. Quello che ci vede nella periferia del calcio che conta per iniziare subito con tale opera di estremo restauro.
RIDUZIONE CAPIENZA
Un punto peró da chiarire c’è. Mirri ha parlato di ridurre l’attuale capienza a non piú di 20/22 mila spettatori. Sorge spontanea una domanda. Ma è sempre detto che nel concetto di stadio moderno, maggiore comodità, copertura totale dell’impianto siano coniugabili solo con l’esigenza di ridurre corposamente il numero degli spettatori? La forbice proposta da Mirri sembra incautamente eccessiva. Al netto di “bipolarismi” popolari, cadute o picchi di entusiasmo, Palermo non puó e non deve avere uno stadio dalla capienza cosí ridimensionata. Se è vero che la media, in anni privi di contestazioni, raramente supera le 20 mila presenze, è anche vero che ci sono stati parecchi episodi in cui anche i 36 mila posti attuali, hanno lasciato fuori e scontenti dei tifosi che non hanno trovato posto.
REALE RISPOSTA PUBBLICO
I big match di A, i derby più accesi con il Catania, partite valevoli per la salvezza o la promozione: in tutti questi casi si è tranquillamente superata la quota 23\26 mila presenze. Ragion per cui una capienza minima da garantire alla nuova era del Barbera non può essere stimata in meno di 30 mila spettatori. Sarebbe un taglio comunque di circa 6/7 mila posti a sedere, non pochi comunque. E sarebbe una quota spettatori logica e prudente per non lasciare troppi insoddisfatti. E poi in ultima analisi dello stadio non si deve fare un privè per pochi e selezionati affezionati.
TEMPIO CALCISTICO
Non si deve perdere il piacere di scendere da casa e andare a vedere la partita, lasciando la televisione spenta e la poltrona vuota. Lo stadio deve restare un tempio accessibile a più gente possibile, non una prerogativa per pochi. Comodo e moderno non significa necessariamente ridimensionato. Mirri ci pensi bene, prima di decidere che destino dare all’impianto principe del calcio palermitano.