SSD Palermo Vs. Palermo Football Store: secondo round

Non si è fatta attendere la risposta della SSD Palermo in relazione alla querelle relativa alla mancata concessione del merchandising agli ormai storici punti vendita “Palermo Store”.

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Il Presidente, Dario Mirri
Il Presidente, Dario Mirri

Una replica laconica quella della SSD Palermo, dai toni sibillini, fatta di tanti “dico e non dico”; una replica scritta più per avere l’ultima parola (ammesso che lo sia) piuttosto che per dare spiegazioni ad una tifoseria che comincia giustamente a fare le pulci ai nuovi Messia.

Prima parte

Anche al fine di evitare ogni possibile confusione con precedenti terze attività commerciali che nulla hanno a che fare con la SSD Palermo – e comunque per espressa ed indipendente libera scelta commerciale, nonché al fine di tutelare i nuovi valori sociali che si stanno portando avanti”.

Confusione e valori sociali

L’inizio e la fine sono da mille punti interrogativi. Qualcuno ci spieghi quale tipo di confusione abbiano mai generato i Palermo Store e sarà tutto più chiaro. Contemporaneamente, per favore, qualcuno ci indichi la ragione per la quale i Palermo Store non avrebbero i valori sociali per vivere insieme alla società questo percorso volto alla loro tutela. Che, per inciso, non si capisce quale siano questi nuovi valori sociali…

O semplicemente valori economici

Forse in media stat virtus, la verità sta in mezzo. Sì, in mezzo a quel paragrafato. “Libera scelta commerciale”, stop. Una frase che dirada la più fitta delle nebbie: qui si fa business, cari miei, mica beneficenza! E pazienza se a gambe all’aria ci va un’azienda privata, fatta con capitali privati, che dà lavoro a qualche decina di persone e di proprietà di un tifoso del Palermo. Ma non s’era detto il Palermo ai palermitani, il Palermo ai tifosi del Palermo?

Parte seconda

“Ciò anche con l’obiettivo di garantire tutte le dovute certezze al pubblico in ordine alla autenticità dei prodotti stessi. Il nuovo modello commerciale, inoltre, finalmente consentirà di raggiungere al meglio , nel medio e lungo termine, i molti tifosi rosanero presenti in tutto il mondo.”

Ancora interrogativi

E anche questo secondo e, fortunatamente, ultimo paragrafo ci lascia brancolare nel buio. Ma quali mai saranno queste ulteriori certezze sulla bontà dei prodotti? Cosa non stiamo capendo? Da quel che si legge nel comunicato, inoltre, questi Palermo Store sembrerebbero delle putìe incapaci di vendere oltre Villabate, massimo Bagheria. Il loro sito, invece, si può leggere in lingua inglese e – naturalmente – ha una sezione deputata all’e-commerce. Non si comprende, pertanto, a quale rivoluzione copernicana stia puntando questa nuova società dalle idee geniali.

Parole, parole, parole

Una brutta pagina, insomma. Soprattutto perchè si è fatto un gran parlare di valori come la trasparenza e la palermitanità. Ma le parole, si sa, le porta via il vento. Purtroppo, invece,  “l’argent fait la guerre”, dicevano i francesi, è il denaro che porta alla guerra.

1 commento

  1. Bravo Marco. Argomento che oserei definire “scottante”. Una scelta commerciale “pesante”, soprattutto perché rischia di mettere la parola fine ad una attività. Personalmente mi ha colpito un passaggio del comunicato della SSD Palermo. Quando si legge: “Ciò anche con l’obiettivo di garantire tutte le dovute certezze al pubblico in ordine alla autenticità dei prodotti stessi”. Se decidessi di acquistare una maglia alle bancarelle davanti lo stadio, sarei consapevole di acquistare un prodotto… “fake”. Ma se lo acquisto in una “putía autorizzata”… rischierei sorprese?? È questo, in particolare, il punto che non mi è chiaro… E sono convinto che ci saranno “strascichi”.

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