Una parte del procedimento contro l’ex patron del Palermo, Maurizio Zamparini, è stata stralciata e celebrata con rito abbreviato. In questo contesto la Procura di Palermo ha emesso delle richieste di pena. La prima, nei confronti dell’ex presidente dell’US Città di Palermo Giovanni Giammarva è di un anno e sei mesi, mentre per i due ex sindaci Andrea Favatella e Michele Vendrame è stato chiesto un anno e quattro mesi a testa. Per Giammarva, che è rimasto in carica al vertice del club di viale del Fante da novembre 2017 ad agosto 2018, l’accusa è di false comunicazioni alla Covisoc, e per gli ex componenti del collegio sindacale falsi nel bilancio 2016.
PARLA IL PM ANDREA FUSCO
Nell’articolo pubblicato dal Giornale di Sicilia in edicola oggi, è scritto che il Pubblico Ministero Andrea Fusco nella sua requisitoria ha posto precisi interrogativi. Si è chiesto come avrebbe potuto Giovanni Giammarva, un dottore commercialista, quindi un soggetto particolarmente qualificato, non accorgersi di ciò che stava succedendo al Palermo calcio. Nel particolare, «come potevano sfuggirgli magagne, imbrogli, “gravi fatti gestionali” e “stratagemmi” posti in essere da Maurizio Zamparini e dai suoi collaboratori».
L’OPERAZIONE MEPAL-ALYSSA
Il pm ha specificato che il presupposto di tutto fu l’operazione Mepal-Alyssa. Cioè la creazione attraverso la cessione del marchio della società , di un credito di 40 milioni, ritenuto inesistente fin da subito dalla Procura. «Certamente – ha confermato davanti al Gup – Giammarva si era reso conto della falsità di quello e degli altri crediti riportati nei bilanci, ma nonostante questo non ha esitato ad approvare i documenti contabili». Il pm Fusco, continuando, ha citato anche le intercettazioni telefoniche del 21 e 31 marzo 2018: «Nelle conversazioni Zamparini illustra chiaramente a Giammarva che l’operazione Alyssa e un “gioco delle tre carte”, da lui personalmente manovrato, e non quindi una reale operazione finanziaria».
LA COMPLICITÀ DI GIAMMARVA PER INGANNARE LA COVISOC
La Procura è sicura che Giammarva, pienamente consapevole, abbia «condiviso la finalità di ostacolo alla vigilanza della Covisoc. Prestandosi quindi ai “desiderata” di Zamparini. Concorrendo cioè alla approvazione di false relazioni, poi inviate alla commissione di vigilanza sulle società di calcio professionistiche». La Procura inoltre è convinta che anche i sindaci Favatella e Vendrame, essendo già ampiamente note in quel periodo le accuse mosse e l’esistenza di un procedimento penale per falso in bilancio, quando hanno approvato il bilancio 2016 avevano la stessa consapevolezza di Giammarva. E che quindi «a fronte di un campanello d’allarme del genere, avrebbero dovuto attivare tutti i propri poteri di indagine e non avallare il bilancio presentato dagli amministratori». La requisitoria è terminata con l’affermazione che questi atteggiamenti sfociano in complicità .
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