Gagliano (vice pres. Palermo Fan Club NY): “Il mio Palermo tatuato sul corpo”

INTERVISTA AL RAGAZZO PALERMITANO EMIGRATO NEGLI STATI UNITI

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Quanto è difficile abbandonare le proprie radici per cercare un futuro migliore da regalare alla propria esistenza? Soprattutto: quanto è complicato per un siciliano abbandonare la propria isola felice? Negli anni, si sono scontrati contro questa realtà moltissimi emigranti che hanno lasciato la Sicilia per donarsi un futuro migliore e delle nuove opportunità di vita. Giovanni Gagliano non è il primo e non sarà (purtroppo) l’ultimo siciliano che dovrà salutare le proprie radici per trovare fortuna all’estero. Il giovane è emigrato cinque anni fa negli Stati Uniti per motivi di lavoro e si è ambientato nella sua nuova casa. Con il tempo è diventato il vice presidente del “Palermo Fan Club New York“, il gruppo di tifosi rosanero che si è ritrovato nella “Grande Mela”, insieme a Tony Di Piazza, per tifare le gesta della nuova proprietà. Un fans club che avvicina, sensibilmente, tutti i supporters siciliani alla terra che hanno dovuto lasciare anni fa. Ecco la nostra intervista.

Gagliano

GIOVANNI GAGLIANO MOSTRA ORGOGLIOSO LA SCIARPETTA DEL PALERMO

Amore a distanza ed un legame indissolubile con la Sicilia che si mescola alla gratitudine verso gli Stati Uniti per la nuova opportunità di vita. Ecco la nostra intervista in esclusiva a Giuseppe Gagliano, il vice presidente del gruppo rosanero di New York.

Quando è nata la passione per il Palermo? Puoi raccontarci un aneddoto che ti lega indissolubilmente a questi colori?

“La passione per il Palermo è nata fin da piccolo, ricordo ancora quando sia mio padre che mio zio mi portavano allo stadio. Non avevo nemmeno tredici anni. Erano i tempi di Luca Toni, di Corini e dei fratelli Filippini. L’anno in cui il Palermo salì in Serie A nel 2004: ancora ricordo benissimo lo stadio gremito per Palermo-Triestina, giorno in cui arrivò la matematica della A. In quel momento capii che questi colori mi appartenevano e che sostenere la squadra della mia città non aveva prezzo. Col passare degli anni ho continuato ad andare al Barbera dividendomi tra ‘Curva Sud’ e ‘Gradinata’ ma l’arrivo in ‘Curva Nord’ segnò definitivamente la mia storia di tifoso: da allora capii e sentii un sentimento ancora più forte verso questi colori. Per me esisteva solo quel settore! Ho anche un tatuaggio dedicato al Palermo…”

Cosa spinge un giovane ad abbandonare le proprie radici? Quanto è stato difficile abituarsi alla vita negli Stati Uniti?

Purtroppo adesso in Italia la situazione è un po’ critica a livello economico ed io ho avuto il coraggio di cambiare totalmente vita all’età di 21 trasferendomi negli Stati Uniti. Non è stato per niente facile venire in una terra del genere: qui tutto è più grande, ci sono milioni di persone e la lingua è completamente diversa dalla nostra. Io ho avuto l’appoggio dei miei cugini in California ma dopo quasi due anni ho deciso di trasferirmi qui a New York. Fu un lungo viaggio in treno durato ben quattro giorni, ricordo ancora bene quelle ore”.

Gli italo-americani non avevano l’attenzione che meritavano. L’avvento di Tony Di Piazza ha cambiato il trend: quanto ti senti orgoglioso di ricoprire il ruolo di vice presidente del Palermo Fan Club New York, e che messaggio vorresti lanciare a tutti i palermitani?

Avevo visto, per caso nei social, il ‘Palermo Fan Club New York’ e quasi non ci credevo! Ero davvero contentissimo dato che la prima di campionato con il Marsala la seguii con mio padre – i miei genitori erano venuti a trovarmi proprio in quel periodo – tramite cellulare. Entrai in punta di piedi, adesso all’interno del club ho un ruolo molto importante e coltivo amicizie meravigliose. In primis quella di Tony Di Piazza, un esempio da seguire per noi giovani: è persona dal grande carisma, per me è come un padre. Ovviamente il suo avvento nel Palermo sta creando grandissimo entusiasmo anche qua in America. A tutti i palermitani vorrei dire di sostenere sempre il Palermo nel bene e nel male ed in qualsiasi categoria“.

Torni spesso a Palermo? Qual è stata l’ultima volta al Renzo Barbera?

“Purtroppo, per questioni burocratiche, non torno a Palermo dal momento in cui ho messo piede qui negli Stati Uniti. Cinque anni di assenza, quindi. Non ti nego che mi manca l’affetto della mia famiglia, il caffè del pomeriggio dalla nonna e anche le domeniche passate allo stadio con i tifosi. Spero di tornare il prima possibile allo stadio, sarà per me un’emozione indescrivibile e straordinaria”.

Cosa pensi della stagione attuale del Palermo? La Serie C è vicina oppure c’è ancora da combattere?

“Dell’attuale stagione penso che c’è da migliorarsi, bisogna far sempre di meglio. Un ringraziamento vorrei porlo sia a Tony Di Piazza che a Dario Mirri perché non è facile ricostruire una squadra dopo un fallimento. Sappiamo quanto è difficile questa categoria e non vedo l’ora di vedere la squadra fuori dai dilettanti. C’è ancora da combattere ma noi siamo la squadra più forte e penso che la Serie C sia alla nostra portata”.

Ringraziandoti per il tempo concessoci, ti pongo le ultime domande: quanto è difficile tifare Palermo da molto lontano? Avete in mente qualche iniziativa con il club in caso di promozione?

“Tifare Palermo oltreoceano non è per niente facile! Gli americani seguono altri sport come baseball, NBA e football americano. Negli ultimi anni, però, si sono avvicinati un bel po’ anche al calcio. Il ‘Palermo Fan club di New York’ a breve organizzerà una trasferta a Palermo: penso che festeggeremo la promozione a casa! Forza Palermo!”

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