Il portiere rosanero Alberto Pelagotti ha rilasciato oggi un’intervista esclusiva. Dichiarazioni, le sue, che lasciano intravedere chiaramente la grande ambizione e determinazione del giocatore. Ecco tutti i passaggi importanti.
Pelagotti intervistato: “Un inizio da squadra tosta”.
Pelagotti esprime nel primo passaggio di questa interessante intervista, nel Giornale di Sicilia, il suo pensiero sulla squadra, non ha dubbi: “Siamo consapevoli di quello che stiamo facendo abbiamo avuto un inizio importante, da squadra tosta. Sappiamo però di non poterci adagiare, perché abbiamo una responsabilità importante”.
Pelagotti riconosce al tempo stesso la sua inesperienza in ambito di Campionato, ma anche la sua esperienza nel gioco. Le difficoltà di misurarsi con un Campionato poco conosciuto: “Questo è un Campionato che ancora non conosco benissimo, devo essere sincero. Noi però siamo forti e dobbiamo scendere in campo consapevoli di poter vincere contro tutti”,
“Non pensiamo ai record, concentriamoci sulla vittoria”.
I record? Per Pelagotti conta solo il campo: “Non possiamo pensare ai record o agli obiettivi personali – prosegue il giocatore – si deve vincere e basta. Il resto viene dopo. Se molliamo anche lo 0,1 % invece rischiamo, perché tutte le squadre contro di noi giocano la partita della vita”.
Pelagotti: “Voglio ritornare in Serie A col Palermo”
Pelagotti dimostra, oltre che determinazione, grande affetto ed attaccamento per questa squadra. Non l’ha abbandonata prima e sembra non abbia alcuna intenzione di mollare adesso: “Quando mi hanno chiamato per venire qui ci ho rimuginato per un’ora. Alla fine l’ho interpretato come un segno del destino. Ho perso la Serie A a Palermo e devo ritornare in Serie A col Palermo. Tutti mi chiedono come sia possibile che io abbia scelto di scendere dalla Serie A alla Serie D. La risposta è sempre la stessa: al Palermo non si può dire di no”.
“La Serie C non è il mio obiettivo – continua il portiere – Io voglio ritrovare la Serie A. Ho in testa solo questo, voglio riportare Palermo dove merita, perché già mi sono affezionato alla città”.
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