E’ trascorsa quasi una settimana da quando la notizia di altre due positività accertate aveva ulteriormente messo in apprensione le comunità di Cefalù e Vicari. Stando ai dati ufficiali fatti registrare dalla provincia del capoluogo siciliano, in proporzione, ancor più che Palermo dal coronavirus sembrano colpiti tanti paesi. Raggiunto da Palermo Live, è Antonio Miceli, sindaco di Vicari, ad aggiornarci sulla situazione della cittadina. “Ad oggi non si regitrano variazioni. Abbiamo tre positivi in quarantena obbligatoria presso le rispettive abitazioni assieme ai familiari. Sempre su disposizione dell’autorità sanitaria, abbiamo messo in quarantena obbligatoria alcuni concittadini che hanno avuto dei contatti con gli intressati alla positività”
PRIVILEGIATO IL DOMICILIO
Tanti sindaci del palermitano ma non solo si lamentano della condotta dei loro concittadini, in questo senso come vanno le cose a Vicari.“Certo, c’è sempre qualcuno che cerca in ogni modo di infrangere le regole, ma questo è quasi fisiologico. Ci sono stati dei controlli delle forze dell’ordine, e anche in maniera molto serrata. Con ordinanze sindacali e con accordi tra commercianti abbiamo interrotte le attività per quanto riguarda il settore non alimentare alle ore 13 di ogni giorno – afferma Miceli-. Mentre per gli alimentari prosegue l’attività di vendita fino alla normale chiusura. Tutto devo dire sta procedendo in maniera molto ordinata, privilegiando come è giusto che sia la consegna a domicilio”.
IL MODELLO VICARI
“La mia giunta ha notificato tutti i provvedimenti necessari per chi è in una situazione di quarantena obbligatoria. Abbiamo inoltre la situazione sotto controllo per quanto riguarda tutti quei cittadini che provengono da altre parti d’Italia o del mondo. Monitoriamo tutti grazie all’ausilio sia delle forze di polizie che del medico di base. Insomma – rivela Miceli a Palermo Live -, se la preoccuapazione permane, per il resto non c’è allarmismo. Tutte le istituzioni sono pronte ad intervenire al fianco dei cittadini. Abbiamo cercato di organizzare al meglio le presenze nell’ambito degli uffici comunali, riducendoli al minimo nell’ottica di assicurare comunque i servizi basilari alla comunità”.
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