In Cina si sta cercando di ritornare alla normalità. A due mesi dall’imposizione di un rigido cordone sanitario per evitare la diffusione dell’epidemia di coronavirus, le autorità cinesi hanno deciso di porre fine all’isolamento della provincia interna dello Hubei e della città di Wuhan.
LA TRAGICA NOTTE FRA IL 23 E IL 24 GENNAIO
Era cominciata alla mezzanotte tra il 23 e il 24 gennaio la più grande quarantena nella storia dell’umanità. Wuhan e la provincia dello Hubei erano state chiuse: fermi i treni, gli aerei, i trasporti urbani e privati e poi l’ordine di restare a casa. Due mesi dopo, alla mezzanotte tra il 24 e il 25 marzo, la provincia cinese più colpita dal coronavirus allenta le misure sanitarie di contenimento. La capitale Wuhan dovrà invece aspettare ancora, fino all’8 aprile. Potranno lasciare la provincia solo coloro che avranno un certificato sanitario che lo autorizza.
SESTO GIORNO SENZA CONTAGI
La Cina ha registrato oggi 74 nuovi casi di contagio del coronavirus e nove vittime. Tutte le persone infettate erano reduci da viaggi all’estero, ha spiegato la Commissione nazionale della Sanità. La buona notizia è che non sono stati registrati nuovi contagi nelle zone focolaio cinesi. “Non ci sono nuovi casi confermati, né sospetti nella provincia di Hubei”, ha spiegato il portavoce della commissione sanità Mi Feng.
“Dopo un duro lavoro, Hubei e Wuhan non registrano contagi per il sesto giorno consecutivo”, ha aggiunto.
RIAPRE LA GRANDE MURAGLIA
E dopo mesi di chiusura a causa dell’epidemia di covid-19, in Cina ha riaperto al pubblico una delle sezioni della Grande Muraglia più visitate dai turisti, quella di Badaling. A renderlo noto i funzionari locali in un post su Weibo, la piattaforma social più popolare in Cina. La riapertura al pubblico comincia oggi e sarà parziale. Per potere accedere alla muraglia occorrerà prenotare i biglietti on line e presentare il codice verde sanitario che attesta l’assenza del coronavirus. Durante la visita sarà obbligatorio indossare una mascherina sul volto e mantenere una distanza di almeno un metro dagli altri turisti.
DISOCCUPAZIONE
Con l’epidemia neutralizzata a Wuhan e nello Hubei, il governo centrale di Pechino è ansioso di far riprendere produzione industriale, servizi e spostamenti interni nel Paese. La disoccupazione è salita e minaccia la stabilità sociale, ammettono le autorità. Ma ora la preoccupazione è che si verifichi una seconda ondata di contagi, dovuta agli spostamenti interni e agli arrivi dall’estero.
NON ATTERRANO PIU’ VOLI INTERNAZIONALI A PECHINO
Il governo cinese permette ai suoi cittadini di riprendere a muoversi portando maschere e “codice verde” sugli smartphone. Sottolinea che l’infezione ora arriva da fuori, Stati Uniti, Spagna, Italia, resto del mondo.
I voli provenienti da Pechino sono stati dirottati verso 12 aeroporti diversi, dove i passeggeri vengono sottoposti a un primo controllo sanitario. Chi non ha problemi può risalire sull’aereo in attesa e volare fino a Pechino; poi nuovo controllo in un centro attrezzato nei dintorni del Capital Airport e invio in un albergo per la quarantena di 14 giorni: spese di mantenimento a carico del cittadino straniero. Per evitare che i «contagi di ritorno» facciano riesplodere l’epidemia, di fatto Pechino con questa procedura al momento demoralizza i viaggi dall’estero, pur senza vietarli.
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