Signori e signore, ecco a voi Beppe Accardi, ex terzino del Palermo che dopo una carriera da calciatore ha intrapreso il mestiere di procuratore sportivo. Ma siccome i suoi giocatori fanno spesso panchina e lui ha molto tempo a disposizione, si diletta anche a fare l’opinionista in tv. Attenzione però, Accardi fa mille altre cose, per via delle sue tanto decantate amicizie nel mondo del calcio. E’ un vero e proprio tuttologo.
OPINIONISTA E MEDIATORE
Tra le tante attività, prova a mediare la vendita di squadre di calcio. Una di queste è proprio il Palermo. Lo ha fatto con York capital. Una trattativa con Zamparini prima, e con Foschi-De Angeli e Mirri poi, che non ha portato a nulla di buono. Ma ci aveva già provato qualche anno prima, quando chiese, per conto di amici, i conti della società a Zamparini. Nulla di fatto anche in quella occasione.
Si sa, non c’è due senza tre. E allora Beppe Accardi è tornato alla carica, stavolta con un gruppo arabo, che ha presentato la propria candidatura a giugno 2019 al Sindaco Orlando per prendere il Palermo in D. Niente di niente. Al buon Accardi non ne va bene una. Anche stavolta i suoi amici si sono rivelati un flop. Forse perché – girava voce – che quel fondo arabo avesse un logo copiato e una società inesistente al registro delle imprese del Regno Unito.
E allora giù col Siracusa, anch’esso in bruttissime acque. Al capezzale degli azzurri arrivano gli arabi amici di Accardi. Altra offerta ma è troppo tardi non ci sono più i tempi. Almeno questa è la giustificazione. Che sfiga. Soprattutto per il Siracusa, che perde la D e dovrà ricominciare dal campionato promozione.
SASSOLINI NELLE SCARPE
Sono passati quattro mesi: il Palermo è andato al duo Mirri – Di Piazza, ha fatto un’ottima campagna acquisti e un ottimo ritiro, sembra essere ben organizzato e oggi è in testa alla classifica in D, dopo sei giornate, a punteggio pieno. Un cammino trionfale finora. Ma quando le cose vanno bene ecco che spuntano i detrattori. Accardi parla con il suo amico di Tuttomercatoweb Alessio Alaimo per togliere qualche sassolino dalle scarpe. E via al festival del “mal di pancia”: “Mirri di qua, Mirri di là, il mio era un fondo serio, questo non è il mio Palermo, gli arabi erano addirittura meglio della York, i miei amici politici mi hanno detto che il bando era già deciso, questi vi lasciano in B, in Sicilia si dice che a sinistra ci sta il portafoglio, etc etc etc”.
Tutto previsto, tutto scontato, conosciamo il personaggio. Magari lui si aspettava sei sconfitte consecutive per poter dire ciò che aveva in pancia, ma è andata male. Per lui non è arrivato il momento giusto, forse quello sperato. Però qualcosa andava detta, altrimenti le viscere si sarebbero “inturciuniate” ancora di più. E quindi, prima di diventare totalmente anacronistici, telefonatina ad Alaimo per dichiarazioni che appaiono fuori luogo, campioni di click e di intempestività.