Paulo Dybala, oggi l’ultima in rosanero

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Sono passati cinque anni dall’ultima partita in maglia rosanero per Paulo Dybala. Era il 24 maggio del 2015 e quel giorno si disputava Palermo-Fiorentina. Il match, terminato per 3 a 2 a favore della viola, era tutto sommato inutile per la classifica del Palermo, ma era l’occasione per acclamare “u picciriddu”. Prestazione opaca, è vero. Ma ugualmente appalusi scroscianti finali per la Joya, capitano per l’occasione.

Paulo Dybal

UN AVVIO DA BRIVIDI

L’impatto con il Palermo non è stato tutto rose e fiori. Ma parliamo di un ragazzino appena diciannovenne catapultato dall’altra parte del mondo ed in una squadra in evidente declino tecnico per alcune scelte (di partenza ed in corsa) che a definirle scellerate si fa solo un complimento. Cinque cambi in panchina, l’ex catanese Lo Monaco nominato niente meno che amministratore delegato ed un organico rivoluzionato con tanti connazionali argentini venuti a gustare quei meravigliosi spicchi di sole primaverile che Palermo sa regalare.

GRAZIE MISTER IACHINI!

Sulle spalle il macigno di una cifra monstre pagata all’Instituto de Corboda per accaparrarsi le sue giocate. Giocate che anche l’anno successivo, in serie B, faticano ad arrivare. Fin quando non arriva in Viale del Fante mago Iachini: per Dybala è l’inizio di una scalata inarrestabile. Il tecnico rosanero smonta la tendenza tutta italiana di considerare l’attaccante prima o seconda punta a seconda del fisico più o meno da Hulk. U picciriddu fa il centravanti e dipinge arcobaleni magici con quel sinistro che è degno di un artista. Chiamatelo come volete: falso nove, attaccante di manovra… ma sta lì, pronto a finalizzare. E tredici gol in serie A – se hai neanche ventidue anni – sono un gran bel bottino.

LA JOYA, IL GIOIELLO

Il resto è storia recente. La vecchia signora bianconera che se lo porta via, gli scudetti, la nazionale argentina e purtroppo anche il Covid-19. Tutto risolto, fortunatamente. Paulo Dybala, un calciatore che a ventisei anni ha ancora il futuro davanti a sè. Sicuramente  uno dei gioielli più brillanti incastonati nella preziosa collana dei ricordi rosanero.

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