Qualcuno ha veramente creduto alla pace tra Mirri e Di Piazza? Ingenui e sprovveduti si seggano comodi che un’altra puntata della saga è in corso. Come nel Trono di Spade, anche dalle parti di viale del Fante agiscono gli uccellini che hanno il compito di far uscire quelle notizie che la carità di patria ha preferito in prima battuta tenere nascoste.
SI E’ RISCHIATA LA ROTTURA SIN DALL’INIZIO
Tony Di Piazza sembra tutt’altro che rassegnato a subire il peso della maggioranza, reclamando il rispetto di accordi verbali che avrebbero sancito l’alleanza poco dopo l’acquisizione del titolo sportivo. Accordi a saldo di una poco gradita variante inserita senza che ne fosse pienamente consapevole. Problemi di comunicazione sull’asse Italia – Usa che stavano per sancire la rottura addirittura prima del ritiro di Petralia. Le rassicurazioni verbali e il clima di grande collaborazione tra le parti evitarono che tutto saltasse. L’entusiasmo poi ha fatto il resto.
DINIEGO REVOCA DIMISSIONI
Prima dell’Assemblea di ieri Di Piazza ha ribadito la disponibilità , più volte espressa nei giorni precedenti tramite i suoi legali, a ritirare le dimissioni, a patto di essere maggiormente informato sulle strategie di gestione. Di fatto, riconoscendo l’esclusiva competenza del ruolo gestionale di Sagramola. Ma l’imprenditore italo americano ha dovuto prendere atto che questo suo gesto distensivo non ha determinato alcuna reazione positiva. E quindi, come dicono a Settecannoli, svuotò u pignatuni, chiedendo di mettere tutto a verbale, ricordando non solo il patto tradito ma anche particolari che potrebbero sembrare irrisori ma che denotano la tensione tra le parti.
PAGANO TUTTI! O QUASI TUTTI…
Si parla addirittura di biglietti di tribuna autorità fatti pagare a Di Piazza in occasione della partita contro le vecchie glorie del Palermo, con la giustificazione di contribuire tutti al raggiungimento dell’incasso. Di Piazza mise mano volentieri al portafogli, salvo poi scoprire dal foglio Siae che era stato sforato il tetto dei tagliandi omaggio, circa 100 dati gratis a fronte dei 21 pagati, di cui 14 solo dall’italo-americano. Per non considerare la presentazione ufficiale della squadra al Comune, che Di Piazza aveva chiesto fosse rinviata di due giorni per potervi partecipare. Niet, niente. Pure Paparesta restò fuori perché non invitato.
“HA VERSATO SOLO IL 25%…“
Più gli episodi attengono alle forme e sono marginali e più la frattura è profonda, ce lo ha insegnato l’università del marciapiede. Nel documento che Di Piazza ha voluto fare mettere a verbale si parla anche di un altro e più recente episodio e cioè dell’accusa a lui pervenuta di essere debitore nei confronti della società perché aveva versato, come previsto dalla legge, il 25% della propria quota, così come fatto da tutti gli altri azionisti. Una forzatura che, secondo Di Piazza, mirava a delegittimare la sua figura.
Questa la versione che l’ex vice presidente ha voluto tramandare ai posteri. Nè più nè meno che una dichiarazione che segna la fine dell’armistizio.
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