Caos stadio: fra l’eterno ottimismo di Orlando e gli effetti… collaterali

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Manca soltanto un bel “Mi vedete preoccupato?” all’ennesima rassicurazione del sindaco Orlando sulla questione stadio. Questa volta alla Consulta di indirizzo del Palermo. “I rosanero giocheranno al Barbera”, ha detto il primo cittadino, come fa da giorni, con lo stesso piglio e sicumera di Tuttolomondo senior che, quanto a capacità affabulatorie aveva poco o nulla da invidiare a un politico. Ci sarebbe da fare gli scongiuri, visto come finì quella volta. Ma, per fortuna, Orlando non è Tuttolomondo e se lui dice che il Comune farà di tutto per arrivare a un accordo, siamo abbastanza sicuri che così andrà. Orlando è Orlando e dalle parti di Palazzo delle Aquile qualcosa conta.

L'”APPREZZAMENTO

Del resto, come ha detto ai membri della Consulta, davanti al Palazzo di città sventola il vessillo rosanero e, questo, qualcosa vuol dire. Per la verità, nella riunione di ieri nulla di nuovo è stato aggiunto a quel che già si sapeva su canone, possibilità di “sconto Covid”, sull’effettivo uso dell’impianto a seguito della pandemia e dei suoi effetti, dei famosi contributi regionali se e quando arriveranno o del Fondo del Comune per le squadre cittadine di vertice (o uno o l’altro, ha chiarito Orlando). Orlando è fiducioso e la sua versione del “Mi vedete preoccupato” ha contagiato i tre della Consulta, Guarnotta, Magazzù e Chimenti, che “hanno espresso apprezzamento”, secondo la nota del Comune, diffusa dopo l’incontro. Apprezzamento di che? Vorremmo sapere. Perché, insomma, a parte tanta asserita buona volontà, siamo allo stesso punto di prima, con qualche giorno di meno.

stadio Barbera

CHE SCONTO SARA’?

L’ultima parola spetta al Consiglio, dove non tutti sembrano amare il Palermo e, soprattutto l’attuale proprietà, e alla società che dovrà accettare o meno le condizioni del Comune. Perché l’ok del Consiglio può anche arrivare, ma le condizioni saranno sostenibili e accettabili per la società che dovrà fidarsi delle promesse di futuri contributi pubblici per “alleggerire” l’impatto economico del canone? Ecco perché, intanto, il Palermo si guarda intorno, e fa bene, vuoi per necessità vuoi per strategia comunicativa e diplomatica. Trecentoquarantamila euro, per una società giovane e che disputerà un campionato di C sono tantissimi. Il Palermo pagherebbe molto più di quanto pagano altre società che militano nella stessa categoria. Ha già pagato una cifra spropositata, l’anno scorso, per l’iscrizione alla D e non vuol essere trattato come mucca da mungere.

I PROBLEMONI

Lo stadio è un bene della città ed è giusto che il Comune voglia tutelare un patrimonio pubblico. Ma ci sono modi diversi per farlo. E riscuotere, o pretendere un canone spropositato non è necessariamente la via migliore. Tenere il Barbera in efficienza lo sarebbe di più. Non mancano gli esempi di impianti cittadini andato in malora anche perché sottoutilizzati. Se il Palermo giocasse altrove, con lo stadio inutilizzato, quanto tempo ci vorrebbe perché i problemini evidenziati in una relazione fatta dalla stessa commissione che ha fissato l’entità del canone annuo diventino problemoni? Qualcuno ha mai messo mano all’impianto, fatta eccezione per il prato? Questo e’ tutelare il patrimonio della collettività?

L’EFFETTO PIAN DEL LAGO

Trovare un accordo, magari a lungo termine, conviene al Comune, al club e viene incontro ai tifosi. Vi immaginate un Palermo in perenne trasferta? Volete paragonare l'”Effetto Barbera” all’ “Effetto Pian del lago” di Caltanissetta? A proposito, avete idea di cosa voglia dire arrivare a Caltanissetta e al Pian del lago? Vi ricordate come è ridotta l’autostrada Palermo-Catania? Quanti disagi, per i tifosi, dopo dolori e delusioni già sofferti in questi anni.
Nella nostra testa quelle parole “Il Palermo giocherà al Barbera” hanno l’eco sinistra del “Mi vedete preoccupato?”. Eh sì, un po’ lo siamo, preoccupati…

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