E poi la domenica decidi di andare al mercato San Lorenzo. Un mercato di solito deputato all’acquisto di generi alimentari, così come è nella norma di ogni mercato che si rispetti.
CIBO, AMICI E DIRETTA TV
Ma al Mercato San Lorenzo, in questo anno di rinascita si va anche per vedere insieme le partite del Palermo. In un mix di volti, odori di cibo, gente in piedi, gente a tavola, chi nel giardino, chi nello spazio interno si è presenti per spingere la squadra di Pergolizzi alla settima vittoria in sette partite. Lo “stadio” del “ temutissimo” Biancavilla, da poche ore affidato alla guida tecnica dell’ex rosa e Catania Giuseppe Mascara in tv mostra platealmente cosa sia la serie D, il suo contesto, e perchè il Palermo deve volare via rapido da questa situazione.
TRE GOL IN 10 MINUTI
Un campetto da scapoli vs ammogliati, nel quale i nostri colori sono stati costretti a scendere in campo. A mai piú rivedere questi scenari palesemente non all’altezza del nostro nome e della nostra storia. Ma tornando al Mercato, pronti via, e qualcuno arriva trovando il Palermo sotto di un gol. Non si ha il tempo di fare la faccia storta che Gianni Ricciardo pareggia, sbloccando così anche il suo tabellino di reti in trasferta. Nemmeno il tempo di registrare la soddisfazione del pari che arriva la gioia del sorpasso, con Mario Santana ed è 1-2 del Palermo.
INTERRUZIONI, MUGUGNI E SORRISI
Da quel momento, tra una interruzione e l’altra della “mitica Eleven sport”, un piatto di pasta al forno e quattro melenzane alla parmigiana, le due ore di match rosa nero scorrono in un clima misto tra saga gastronomica di paese e zona “ pistío” della fiera del mediterraneo. Attorno al maxi schermo, vassoi con arancine, focacce con origano e cipolla, ancora ammiccano ai tifosi che però ormai declinano le cibarie e con lo sguardo assorto scortano con qualche ansia finale il Palermo al triplice fischio che sancisce la settima vittoria consecutiva.
PRIMI E SEMPRE VINCENTI
Un breve sguardo alle app per gli altri risultati è l’epilogo di giornata. L’Acireale ha perso, il Licata anche. Ed ecco che subito dopo l’ultimo caffè vedi il Palermo che si issa a piú 6 e piú 8 dalle piú vicine in graduatoria. Di default parte il coro “ chi non salta è catanese”, intramezzato dal “la capolista se ne va”. Sarei scaramantico, ma in quel momento, obiettivamente ci sta. La domenica è conclusa, il pranzo non è andato di traverso e la vittoria è stato il dolce di fine giornata. Tutti a casa alla spicciolata, domenica si punta all’ottavo sigillo, arriva il Licata che fu di Zeman e forza Palermo sempre.
Tipo stadio
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