“Il Palermo lasci il Barbera”: la rabbia dei tifosi dopo la convenzione

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Firmerà o non firmerà, il Palermo, la convenzione per l’utilizzo del Barbera il prossimo campionato? Probabilmente, sì. Difficile immaginare una scelta diversa, sarebbe strano pensare a un derby Palermo-Catania a… Marsala, quando il Barbera, la casa del club rosanero è lì, libero e disponibile. Sì, ma a che condizioni? Quelle dettate dalla convenzione approvata ieri dal Consiglio comunale non sono le migliori auspicabili per il club. Che, infatti, non ha commentato, coerentemente con una riflessività e una cautela ormai cifra stilistica della dirigenza.

Però a tantissimi tifosi, quella convenzione non va giù, al punto di invitare il Palermo a lasciare il Barbera al Comune e andare a giocare altrove. Sono tantissimi, basta scorrere le bacheche di siti e gruppi di tifosi. Vivono quelle condizioni come un ricatto, una disposizione in particolare: quella dei biglietti omaggio che il Palermo dovrà concedere, su richiesta, alle “autorità”. Formula che il nuovo testo ha sostituito a sindaco, assessori e consiglieri comunali, la previsione di un oggettivo e ingiustificabile privilegio, fin troppo sfacciata pure per gli inquilini di Sala delle lapidi (pur in videoconferenza).

Alcuni dei commenti sui social, da parte dei tifosi rosanero

“LASCIATE IL BARBERA”

Andate a giocare altrove, scrivono molti tifosi, e lasciate il Barbera al Comune, a un destino simile a quelli di altri impianti cittadini. Un invito che, quasi sempre è accompagnato da improperi e insulti ai politici e agli amministratori cittadini per quei biglietti omaggio, ma anche per come è stata gestita, nel complesso la vicenda concessione.
E, al di là del giudizio sul documento, il Comune non ha dato il meglio di sé. Come tante altre questioni, quella della convenzione per il Barbera si è trascinata fino al punto da diventare “urgenza”, di essere approvata di corsa e con pochissimo tempo a disposizione per un confronto, per un approfondimento, per l’individuazione di soluzioni migliori.

IL RICHIAMO DI CASA?

Il tutto in uno scenario di improvvisazione. Come la questione della sponsorizzazione del Comune alla società come misura di compensazione per il canone annuo: si scopre, poi, che una legge lo vieta, ma al Comune, evidentemente, non lo sapeva nessuno. Certo, c’era l’extrema ratio della determina del sindaco Orlando che, con una sua firma avrebbe risolto tutto. Ma il sindaco-paladino avrebbe soltanto rinviato un problema, senza risolverlo.
Ora, resta da vedere quale sarà la risposta del Palermo, se ascolterà il richiamo di casa e, dunque, firmerà la convenzione e tornerà al Barbera per i prossimi sei anni. È praticamente certo, diciamo ovvio, che andrà così. Ma, se dipendesse dai tifosi, non saremmo così sicuri.

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