Il collegio presieduto dalla dottoressa Giammona che si è riunito stamattina, ha decretato il fallimento dell’Us Città di Palermo. Da tempo la Procura aveva messo sotto la lente d’ingrandimento i bilanci del vecchio Palermo. Da allora le partite più importanti per la società ed i suoi proprietari, invece che sui campi di calcio si sono disputate nelle aule del Tribunale.
LE ACCUSE PER ZAMPARINI
Dei procedimenti in corso, uno riguarda Maurizio Zamparini, l’ex patron rosanero. Le accuse della Procura sono: false comunicazioni sociali, falso in bilancio e auto riciclaggio, reati per i quali è stato sei mesi agli arresti domiciliari.
Per il procedimento in atto, i legali dell’ex presidente avevano avanzato alla Procura la richiesta di un concordato preventivo con i creditori. Il figlio di Zamparini, Andrea, aveva fatto pervenire al Tribunale un’offerta di dieci milioni di euro.
INSUFFICIENTI 10 MILIONI DI EURO
Ma era di oggi la notizia che il dottor La Croce, l’amministratore nominato a seguito del commissariamento del club non riteneva sufficiente la somma offerta. Di conseguenza ha depositato una nota presso la sezione fallimentare del Tribunale di Palermo, esprimendo i suoi dubbi relativi alla congruità della somma. Per questo l’amministratore ha chiesto ai legali della famiglia Zamparini di provvedere ad una nuova proposta, rivedendo al rialzo l’offerta.
IL FALLIMENTO DELL’US CITTÀ DI PALERMO
Ma come abbiamo già detto, il collegio, presieduto dalla dottoressa Giammona, ha decretato il fallimento. Questo complica inevitabilmente le sorti giudiziarie dell’ex patron Maurizio Zamparini sotto processo per ipotesi di falso in bilancio commesse mentre era presidente della società. La decisione del tribunale comporta anche l’apposizione dei sigilli sui beni del vecchio Palermo. Per il prossimo 10 febbraio è stata fissata l’assemblea per verificare lo stato passivo ovvero creditori e terzi interessati.