Era già morta l’Us Città di Palermo, da quella sera in cui la famiglia Tuttolomondo e il loro direttore Fabrizio Lucchesi, avevano assestato l’ultimo colpo mortale al cuore dei tifosi e di un’intera città, non iscrivendo il club al campionato di serie B. Solo la “macchina giuridica” teneva ancora in vita una società dall’encefalogramma piatto. Oggi l’eutanasia, arrivata per mano del Tribunale di Palermo, che ha accolto la richiesta della Procura, dichiarando il fallimento del vecchio club e ritenendo improcedibile la domanda di concordato presentata dalla famiglia Zamparini.
ENNESIMA PARACULATA?
Dieci milioni per mettere tutto a posto ed evitare il fallimento o la bancarotta fraudolenta. Ecco quanto valeva per la famiglia Zamparini e i suoi legali, il grande sgarro. Con sfrontatezza e coraggio, ci hanno provato di nuovo a mortificare un’intera città. Ma il Tribunale, per fortuna, ha detto no. No al concordato, anche perché forse non ci sono soldi sufficienti a ripagare Palermo da tutte le pugnalate mortali inferte negli ultimi anni. No all’ennesimo tentativo di farla franca con poco. Basta guardare i capi di imputazione, basta aver seguito la cronaca, per rendersi conto che nessuna pietà si può avere verso chi ha usato il Palermo per i suoi scopi: false comunicazioni sociali, ostacolo alle funzioni di vigilanza della Co.VI.Soc, sottrazione fraudolenta al pagamento delle imposte ed auto-riciclaggio, nonché illecito amministrativo commesso a vantaggio della società, con la cessione fittizia del marchio. Bugie su bugie, prese per i fondelli e false promesse alla città e ai tifosi, aggiungiamo, che non sono accuse punibili dalla legge, ma non devono e non possono essere dimenticate. Tutto ciò merita giustizia.
“VI LASCIO IN BUONE MANI”
In quel triste pomeriggio del 4 dicembre del 2018, giorno in cui fummo ceduti improvvisamente agli inglesi, Zamparini aveva accusato un malore dopo aver detto che “lasciava il Palermo in buone mani”. A rivelarlo ad alcuni giornalisti che si trovavano nel piazzale antistante lo stadio, fu un ex collaboratore del Palermo calcio. L’uomo voleva giustificare l’ex proprietario del club, perché era andato via immediatamente dopo il suo passaggio di testimone. “Vi lascio in buone mani” – aveva detto. Poi aveva salutato tutti, visibilmente scosso, ed era andato via. Sembrava voler piangere. Ma non poteva essere emozione, verosimilmente era senso di colpa. Perché sarebbe da allocchi pensare che tutti gli errori fatti negli ultimi anni della sua gestione, compresa la cessione al grande bluff inglese, partissero dall’assoluta buonafede sua e di tutti i protagonisti di questa bruttissima pagina rosanero. C’è stata malafede. E ce n’è stata tanta.
CHE LA GIUSTIZIA FACCIA IL SUO CORSO
Il primo step è ultimato, l’Us Città di Palermo è stato dichiarato fallito. Il tribunale ha messo fine a possibili altre spiacevoli code e a morti che rischiavano di tornare improvvisamente e pericolosamente in vita. Ora bisogna fare giustizia definitiva, condannando per come meritano, tutti i protagonisti della vicenda. Palermo e i suoi tifosi meritano soddisfazione. Chi ha sbagliato paghi civilmente e penalmente per le ferite inferte.
Fa male pensare a ciò che siamo stati e rivederci dove siamo. Non perché la nuova società non ci stia dando soddisfazioni, seppur partendo dalla quarta serie, ma perché sarebbe bastato un po’ d’amore, un briciolo di buonsenso, per cedere il Palermo in buone mani quando ancora si poteva cedere, quando la montagna di debiti non era ancora tale e quando la popolarità del club rosa era alle stelle. Si è preferito giocare con i sentimenti, si è preferito tirare la corda, mettere toppe ed escogitare “maneggi”, ascoltando la propria smania di onnipotenza: “Se muoio io vi porto all’inferno con me”.
LA NOSTRA AQUILA “FENICE”
Non è un refuso, al massimo potevamo aggiungere anche felice, ma il riferimento è proprio alla fenice, quella che risorse dalle ceneri. L’auspicio è questo: ricostruiamo. Sarà dura voltarsi indietro e pensare a ciò che eravamo. Ma non ci restano alternative, guardiamo avanti e impariamo dagli errori. Fiducia a Mirri e Di Piazza e a tutti quelli che da oggi in poi verranno a Palermo. Ma guardia alta, sempre. Ora più che mai.
Visita la pagina facebook di Rosanero Live
Michele Sardo si dimostra la migliore penna di Palermo. Grazie per ció che hai scritto, sei riuscito a farti portavoce, come sempre, del sentimento popolare
Comments are closed.