Palermo, punto d’oro a Catanzaro. Pari in nove, nonostante l’arbitro

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Il Palermo conquista a Catanzaro un punto che sarebbe stato un brodino caldo per la classifica, in condizioni normali, ma che è invece una pietanza sostanziosa, per come si sono messe le cose, nel secondo tempo. Sotto di due uomini, per le espulsioni di Broh al 48º e di Crivello al 74º e di un gol, i rosanero hanno trovato il gol del pari che porta il secondo punto in classifica. E che fa morale proprio per come è venuto.

Grande protagonista in negativo l’arbitro Perenzoni di Rovereto, dal cartellino facile e estratto con troppa precipitazione. Come in apertura di ripresa, quando ha ammonito per la seconda volta Broh, fin lì protagonista di una buona gara a centrocampo, per un normale fallo di gioco, lasciando i rosanero in dieci. Al 74º, il capolavoro del fischietto trentino che giudica da rigore un contatto spalla contro spalla, forse un po’ rude di Crivello su Di Domenico in area e fischia il rigore con conseguente espulsione diretta per il difensore rosanero. Che perde la testa e deve essere bloccato e accompagnato fuori dal campo dai compagni.

Probabile una lunga squalifica per il capitano di giornata dei rosanero. Dal dischetto, l’ex Trapani Evacuo trasforma per l’1-0. Sembrava il colpo che avrebbe potuto decidere la partita con l’ennesima sconfitta di questo inizio di campionato per il Palermo. Sconfitta immeritata per quello che si era visto fino a quel momento. Anzi, nel primo tempo era stato il Palermo a giocare meglio, pur concedendo al Catanzaro due grandi occasioni per andare in vantaggio.

PROBLEMI IN ENTRAMBE LE SQUADRE

Due squadre convalescenti, giallorossi e rosanero: il Palermo per un inizio di campionato zoppicante e deludente al quale si sono aggiunti gli effetti del Covid che ha falcidiato la squadra consentendo a Filippi, sostituto di Boscaglia, di portare in Calabria soltanto 17 elementi con diversi giovani, il Catanzaro perché reduce dalla batosta di Terni che ha scosso l’ambiente, costringendo Calabro a chiedere scusa ai tifosi.

Il Palermo si è difeso bene, con Palazzi centrale al fianco di Marconi e provando a costruire con Broh affiancato da Odjer. I rosa hanno difettato in avanti, dove Valente, pur facendo ammattire gli avversari coi suoi dribbling, non ha calibrato bene i cross verso il centro, mentre Saraniti non ha avuto palloni per rendersi pericoloso e Rauti non sa ancora disciplinare la sua grande verve; ancora peggio Kanoute, al quale al 20 Broh serve un pallone d’oro che il compagno da ottima posizione manda fuori. Il Palermo controlla, ma il Catanzaro va vicinissimo al gol con Evacuo, di testa al 31º, con miracolo di Pelagotti, e al 39º con Di Massimo che conclude un’azione di contropiede con un pallonetto alto sulla traversa, a tu per tu con Pelagotti.

DUE GOL DOPO I PRIMI 45 MINUTI

La ripresa si apre con l’espulsione di Broh; col Palermo in dieci, Calabro sposta in avanti il baricentro della sua squadra inserendo tutti gli attaccanti disponibili, tra i quali l’ex rosanero e ex Catania Curiale, ma i giallorossi non creano pericoli, anzi è il Palermo che sfiora il gol al 63º con Almici su punizione dalla trequarti nata da un’altra azione dell’imprendibile Valente sulla fascia sinistra: il suo tiro quasi sorprende il portiere avversario sul primo palo.

Le due squadre non sembrano in grado di farsi male e allora ci pensa l’arbitro a estrarre dal cilindro un calcio di rigore discutibilissimo, diciamo pure inesistente, che porta in vantaggio i calabresi. Col Palermo in nove e scosso dallo svantaggio e come e arrivato, il Catanzaro ha il torto di non affondare il colpo e i rosanero hanno il merito di non arrendersi: questo è il risultato migliore della partita, ancora più del punto conquistato.

Rauti trova un fallo per una punizione che Almici batte praticamente dallo stesso punto della prima e che trova la deviazione di Evacuo che batte il suo portiere. Gli ultimi minuti sono un assedio dei giallorossi che però non hanno forza e qualità per riacciuffare il vantaggio. Il Palermo porta a casa un punto d’oro, un pizzico di convinzione in più, in attesa di tempi e di arbitri migliori.


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